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Quella con il Verona suona come una scivolata (interpretata da Pisacane)

Quest’anno è diverso. In altri tempi sarebbe stato un buon risultato interlocutorio. Ma oggi suona come una scivolata, (interpretata da Pisacane), una sorta di battuta d’arresto, una rinuncia agli epinici a cui stavamo prendendo gusto.

Avere continuità fa parte di una mentalità da acquisire, senza cali d’attenzione, senza sicurezze in agguato. In questo senso penso che la partita di ieri prenda una sua utilità. Ci permette di prendere atto delle nostre manchevolezze, su cui si tace per amor di tifo.

Una è che Olsen dovrebbe essere più attivo sulle palle alte, che sia col Napoli che col Verona hanno avuto una preoccupante pericolosità. Non vorrei che fosse un suo tallone d’Achille. Oliva è tornato in panchina dopo una buona prestazione. Molte volte gli allenatori vogliono dosare gli inserimenti per non bruciare un giocatore. Una storia che ho già visto, tipo Virdis che scalpitò dietro a Selvaggi e Piras. Quando Cigarini sarà in piena forma sarà un discorso di resa, per ora Oliva può far sperare in un miglioramento, sino a definirne i limiti. Simeone non ha retto un contrasto, sino a fallire un’occasione netta. È encomiabile, attivo, ieri a vuoto, più attento a cadere che a competere. Quest’anno dobbiamo avere un cambio di mentalità, altri obiettivi, possiamo permetterci partite allo spasimo perché abbiamo una rosa competitiva, almeno a centrocampo, che è quello addetto alla creatività. Sono sicuro che dalla prossima torneremo a caricare, con maggiore pressione nel gioco. Ultima: la difesa non ha mai anticipato gli avversari, che non hanno mai buttato il pallone, riuscendo anche a essere pericolosi, un po’ troppo per non tenerne conto. Comunque anche ieri potevamo fare risultato se non fosse stato per l’assist di Pisacane. Olsen conferma di avere fortuna. Gli avversari con lui, temendo le lunghe leve, tirano talmente angolato che la mandano sempre fuori di poco.

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