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Chi non ricorda Puidokas? Il campione di basket americano con la Sardegna nel cuore.

Articolo di Roberto Anedda

Una vita troppo breve quella di Steve Jonh Puidokas scomparso improvvisamente all’età di trentanove anni a Cagliari il 12 agosto 1994, lasciando la giovane moglie e i suoi cinque bambini. Era giunto nell’Isola nel 1977 per vestire la maglia del Brill Cagliari, che allora da più di un decennio quasi ininterrottamente disputava il campionato della massima serie di basket nazionale.

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Segnalato al sodalizio sportivo sardo dal coach Howie Landa, Steve aveva messo a referto vari record nella Washington State University durante i suoi cinque anni tra le fila dei Cougars: la squadra di basket universitaria.
Nato a Chicago nel ‘55 da una famiglia di origine lituana, fuggita negli Stati Uniti alla fine degli anni ’30 durante l’avanzata sovietica, Puidokas iniziò prestissimo a praticare sport. Eccelleva nel football e nel basket, ma alla fine si dedicò a quest’ultimo consigliato dalla madre vista la pericolosità minore degli scontri di gioco rispetto all’altro sport.

Dotato di un fisico imponente, 2,10 cm di altezza per 120 kg, sembrava destinato ad avere un futuro luminoso in NBA dopo gli anni universitari con una laurea in Lettere Inglesi in tasca, ottenuta con il massimo dei voti. Puidokas infatti era stato scelto secondo al draft NBA, ma il pivot di Chicago optò per l’avventura tra i professionisti europei, spinto dal fatto di poter giocare con maggiore continuità e guadagnare di più.

Questo perché all’epoca nel massimo campionato U.S.A. erano in ascesa i giocatori di colore, e inoltre era abituato fin dalla giovane età ad essere indipendente economicamente. Così accettò la corte del Brill Cagliari, come si chiamava l’Olimpia all’epoca per motivi di sponsor, la prima squadra sarda a disputare il massimo campionato di basket nazionale.

<<Mio padre non sapeva nemmeno esistesse la Sardegna – dice Patrick – all’epoca conosceva solo l’Italia e la Sicilia. Quando arrivò a Cagliari ovviamente fu un po’ traumatico, in quanto era abituato a Chicago e Washington. Nel 1977 arrivare dalla dimensione U.S.A. a quella dell’Isola sicuramente era sconvolgente.>>

Ma ben presto Puidokas si inserisce perfettamente nell’ambiente cagliaritano e ha la fortuna di incontrare la donna della sua vita Gianfranca Mameli, che sposa dopo sei mesi. <<Mia madre non frequentava il mondo del basket – afferma Patrick – si conobbero in un locale e fu amore a prima vista.>>
La Brill che iniziava ad avere problemi economici, purtroppo in quella stagione chiuse all’ottavo posto, ma retrocedette negli scontri della poule salvezza nonostante l’apporto di Puidokas. Così Steve si trasferì tra le fila del Moulhouse in Francia, ma l’anno successivo ritornò a difendere i colori della Brill, ma oramai il sodalizio era in caduta libera.

<<Aveva una determinazione nel lavoro fuori dal comune – racconta Patrick – inoltre un carattere molto mite, una sensibilità che lo portava a dare precedenza quando faceva autografi ai bambini. Non amava le luci dei riflettori era un ragazzo umile e semplice.>>
Il sacro fuoco del basket lo portò a giocare a livello dilettantistico in diverse squadre sarde: Decimo, Karalis, Alfa, Ferrini, Villacidro e Sulcispes. Tutti team che militavano nella Promozione basket sarda, e sempre promosse in serie D con Puidokas in campo. Categoria alla quale non poteva accedere l’asso americano, nonostante avesse ottenuto la cittadinanza italiana e creato una famiglia nell’Isola. <<Questo è stato il grande rammarico di mio padre – svela Patrick – voleva praticare il suo sport anche nelle categorie minori, e gli sarebbe piaciuto mettersi alla prova anche in serie D. Venire considerato straniero in Italia gli ha fatto male.>>
Orgoglioso del padre e dei continui attestati di stima ricevuti da coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, dice Patrick: <<Ovunque siamo stati io e i miei fratelli, abbiamo constatato quanto fosse amato nostro padre. Ancora oggi riceviamo richieste di amicizia sui social network da ex compagni o amici.>>
Nel 2012 Steve Jonh Puidokas è stato inserito nella Hall Fame della Washington State University, nella quale detiene ancora il record di punti totali realizzati da un singolo giocatore (1894) e di rimbalzi (992). Nell’università americana è considerato una leggenda, ed è stato onorato con il ritiro della sua maglia 55, numero che rappresentava il suo anno di nascita.
Un giocatore moderno per i suoi tempi, un pivot mobile dalla tecnica sopraffina, con il suo colpo forte il “gancio cielo”.
<<È sempre stato e sarà il mio eroe – dice Patrick – sono onorato di aver avuto un padre del genere. Quando è mancato, avevo solo quattro anni, ma ricordo ancora il suo vocione e le sue grandi mani.>>
Ci permettiamo di affermare, dovunque sia, che anche Steve è orgoglioso del suo “quintetto base” composto da Sabrina, Veronica, Michael, Patrick e Jonh. Ragazzi apprezzati nei rispettivi campi professionali che hanno ereditato la grande sensibilità e il buon carattere del padre.
Stesso sentimento per il “coach” Gianfranca, capace di crescere ed educare da sola i propri ragazzi, nonostante la sua giovane età e la dolorosa scomparsa di Steve. A dimostrare ancora una volta che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.

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