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Due ragazzi, sarda lei marocchino lui, usati per un “meme” razzista, ma loro non sapevano nulla

la foto di una coppia,lei cagliaritana, lui marocchino viene usata per un meme razzista

 

Roberta Parisi, molto conosciuta a Cagliari per il suo impegno civile, e il suo sostegno alla missione Mugunda in Kenya, ha pubblicato un appello su Facebook per segnalare la scorrettezza di un gruppo chiamato “Farsi di tricche e tracche”. Il suo amministratore Federico Aroni nella sua netiquette, il galateo del gruppo, se così lo possiamo chiamare, stabilisce arbitrariamente di poter pubblicare (per ridere) un po’ quello che vuole e invita chi non gradisce a non farne parte, sostenendo di voler prendere in giro persone di ogni razza.

 

 

Peccato però che tra i vari “meme”, vignette divertenti, ne venga pubblicata una che ritrae la figlia di Roberta Parisi e il suo fidanzato Marocchino, con una scritta che francamente, anche volendo sfruttare tutto il senso dell’ironia possibile, non fa ridere: “Sono una tossica semplice”, recita il meme, “Sono sposata con un marocchino”. Inutile raccontare della sequela di commenti di infimo livello generati da una schiera di leoni da tastiera, pronti a vomitare luoghi comuni sui nordafricani.

In realtà la foto, presa dal social senza nessuna autorizzazione, era servita a Roberta proprio a corredo di un post di denuncia contro una situazione paradossale per la quale il fidanzato di sua figlia non era riuscito ad ottenere il visto per venire in Italia a causa delle leggi anti immigrazione clandestina. Quindi Roberta ha pubblicato un nuovo appello su Facebook per chiedere a tutti di segnalare agli amministratori di Facebook la scorrettezza di questo gruppo e per chiedere che venga immediatamente chiuso.

Non solo sua figlia e il suo fidanzato sono diventati a loro insaputa protagonisti di un meme di cattivo gusto, ma lo sfondo razzista della vignetta li ha feriti due volte, vista la loro battaglia, proprio contro il razzismo. Certo la paura della censura è sempre presente, ma forse è arrivato il momento in cui vengano previste sanzioni per chi pubblica post di questo genere, magari il rischio di una multa porterebbe le persone a riflettere prima di operare certe scelte. E magari i soldi delle multe potrebbero essere devoluti alle missioni che aiutano i bambini in Africa, proprio come fa Roberta Parisi.

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