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Scandalo Igea: arrivano i rinvii a giudizio, a processo Giorgio Oppi e l’ex presidente Zurru

Il Palazzo di Giustizia di Cagliari

Il Palazzo di Giustizia di Cagliari

L’inchiesta sulla gestione dell’Igea, era partita nel 2012. Inizialmente i reati riguardavano la sparizione di carburante, attrezzature e materiali, dall’azienda, che si dice venivano rivendute sotto banco. Ma nel corso delle indagini emerse che il sistema era più complesso e gli inquirenti hanno individuato reati più gravi come appalti truccati e contratti a termine o lavori urgenti in cambio di voti.

Nel 2015 l’inchiesta sfociò nell’arresto dell’ex presidente Giovanni Battista Zurru, finito ai domiciliari e l’ex sindacalista Marco Tuveri rinchiuso nel carcere di Uta. Inizialmente l’inchiesta portò all’iscrizione di 63 persone iscritte nel registro degli indagati. Nel 2016 però, con la chiusura delle indagini gli avvisi di garanzia salirono a 95. Oggi, il Gup del Tribunale di Cagliari, Nicola Clivio, ha accolto le richieste del pubblico ministero Marco Cocco al termine dell’udienza preliminare.

Tantissimi i rinvii a giudizio, tra i quali anche nomi eccellenti. Il processo inizierà il 22 novembre davanti alla Seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari, tra gli imputati vedrà il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, difeso dall’avvocato Gianluca Aste, accusato di peculato e voto di scambio, il nipote di Oppi, Enrico, l’ex presidente dell’Igea Giovanni Battista Zurru e l’ex sindacalista Marco Tuveri. Hanno invece già patteggiato un anno e due mesi Fulvio Farci e un anno e quattro mesi Francesco Pissard.

Alcuni dei rinviati a giudizio hanno optato per il rito abbreviato che verrà discusso il 24 settembre. Definitivamente prosciolto invece, Mario Cro, sindacalista, difeso da Riccardo Schirò, per il quale il pm Cocco aveva chiesto il non doversi procedere, in seguito ad ulteriori accertamenti effettuati dalla Procura. L’Igea è una società in House della Regione Sardegna, istituita nel ’98 a seguito alla liquidazione dell’Ente Minerario Sardo, e ha il compito di svolgere attività di messa in sicurezza, di ripristino ambientale e di bonifica di aree minerarie dismesse o in via di dismissione.

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