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Non c’è sangue per le trasfusioni? Nasce #progettoignaro: la video-challenge dei sindaci sardi

Ivano Argiolas e Francesca Piu

Ivano Argiolas e Francesca Piu

La Sardegna dovrebbe raggiungere l’autosufficienza, cioè dovrebbe avere a disposizione sempre scorte di sangue sufficienti, invece capita che soprattutto in estate per i talassemici non ci siano abbastanza sacche, e che debbano accontentarsi di 2 sacche al posto delle 3 che sarebbero necessarie. Ivano Argiolas e sua Moglie Francesca Piu, da sempre impegnati nella promozione della donazione di sangue, anche attraverso l’attività di Thalassa Azione, l’associazione fondata da Ivano, per sensibilizzare soprattutto i giovani sull’argomento hanno lanciato una sfida sui social diretta a tutti i sindaci della Sardegna.

«Durante l’ultima trasfusione io e Francesca eravamo insieme – spiega Ivano – una nostra cara amica ci ha fatto una bella foto mentre eravamo seduti sul ciglio del letto, intenti a fare ognuno la propria trasfusione, preoccupati per questa perenne carenza. Così, con questi sentimenti, abbiamo postato la foto durante la trasfusione sui social». Il post di Ivano ha riscosso grande successo così i due decidono di rivolgersi ai sindaci dell’Isola per chiedere loro di condividere l’appello alla donazione. I primi cittadini non si sono fatti pregare e in tanti, già una cinquantina hanno aderito: il sindaco di Villaputzu Sandro Porcu, di Villasimius Gianluca Dessì, di Desulo Gigi Littarru, di Cagliari Paolo Truzzu, di Assemini Sabrina Licheri, di Uta Giacomo Porcu e tanti altri. Il progetto ribattezzato “Progettoignaro” consiste in una video-chellenge, una sfida che ogni sindaco raccoglie e poi lancia ad altri suoi colleghi.

Ogni primo cittadino farà un video nel quale prometterà che una via o una piazza del suo paese saranno intitolati ai donatori di sangue e sopratutto si impegnano a inviare ai propri concittadini in procinto di compiere 18 anni una lettera in cui, insieme agli auguri, li sensibilizzino alla donazione del sangue e gli segnalino la sede avis o centro raccolta sangue della ASSL più vicina.

«Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante giocare sulla parola “ignaro” – ha spiegato Ivano – il temine ignaro può essere pronunciato dal donatore che è ignaro a chi verrà donato il suo sangue, così come il ricevente che è ignaro di chi sia il suo donatore. A me è particolarmente simpatico perché Ignaro è il nomignolo con cui mi chiamano a casa di Mario Sollai, il famoso fotografo di Monserrato con cui siamo molto amici sa sempre».

L’iniziativa è stata sposata da tanti sindaci tra gli altri Sabrina Licheri, sindaca di Assemini: «Tutti nella vita improvvisamente per una malattia, per un incidente stradale possiamo avere bisogno di una trasfusione di sangue- ha affermato la sindaca di Assemini- solo questa considerazione dovrebbe bastare per essere tutti dei donatori eppure non è così: c’è bisogno di più consapevolezza, più senso di responsabilità. Donare il sangue è un gesto semplice, eppure tendiamo a rimandarlo perché pensiamo ci sia sempre tempo per farlo o perché pensiamo che ci sia qualcun altro che lo farà. Per questo ho aderito al challenge, quasi a strattonarmi e a strattonare gli altri dicendo che chi soffre e ha bisogno soffre e ha bisogno ora. Insomma chi ha tempo non aspetti tempo perché chi ha bisogno tempo non ne ha».

In prima linea anche Gigi Littarru con la sua Desulo: «Desulo è molto sensibile al tema delle donazioni – ha spiegato il sindaco – abbiamo circa duecento donatori abituali e abbiamo anche tanti iscritti al registro dei donatori Aido di Aritzo, quindi per me aderire al progettoignaro era praticamente scontato. Tanto più che Ivano ed io siamo amici da tempo, e aiutarlo in questa nuova iniziativa è molto importante, perché mira a informare i più giovani e la sensibilizzazione da sempre ottimi risultati. Sicuramente individueremo una via o una piazza da intitolare ai donatori, perché a Desulo sono davvero tanti».

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