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Nonna Emanuela, 106 anni, svela il segreto dei centenari: andare d’accordo con tutti

Sentirla parlare è un piacere. Ha sempre il sorriso sulle labbra, ascolta con attenzione le domande e risponde con pazienza. Sappiamo che la longevità dei sardi è determinata da fattori genetici e ambientali, ma osservando la dolcezza della signora Emanuela Farci classe 1913, la sua teoria sul segreto della longevità diventa credibile. Questa elegante signora dai capelli candidi, sostiene che se è riuscita ad arrivare all’incredibile età di 106 anni così lucida lo deve al fatto di essere vissuta sempre in pace con tutti.

Secondo nonna Emanuela infatti sono le arrabbiature, le litigate che accorciano la vita. «Ho cresciuto 7 figli, e non ho mai avuto bisogno di picchiarli – spiega Emanuela- la strategia migliore è sempre la dolcezza. Ci vuole fermezza e severità, ma non è necessario alzare le mani. Arrabbiarsi rovina l’umore, provare rancore avvelena l’esistenza». Emanuela è nata a Maracalagonis, a 19 anni, allora ancora minorenne, si sposò con Agostino Sunda e lo seguì a Quartucciu dove da allora ha sempre vissuto. Vedova dal 1986 ha sempre vissuto circondata dall’affetto dei suoi figli e nipoti.

Ora è trisavola, con le sue piccole “Trisnipotine”, ma ricorda con dovizia di particolari quando ad essere così piccoli erano i suoi figli e durante la seconda guerra mondiale suonava la sirena per avvertire della presenza di aerei nemici sulla città: «Mi prendevo i bambini – ricorda la signora – e scappavo al rifugio. Non chiudevo mai la porta, non ce n’era bisogno. E quando tornavo trovavo tutto come lo avevo lasciato. Allora la gente non si permetteva di toccare nulla».

Aveva 7 bambini da crescere, da far studiare, una casa da gestire eppure riusciva anche a realizzare cestini per il corredo delle spose e a racimolare qualche soldo: «Facevo i cestini per le spose – rivela Emanuela- una volta avevo promesso tutta la serie a una ragazza che conoscevo, ci tenevo che venissero perfetti. I cestini che facevo io erano decorati con le rose come ricami e per farli bene bisognava contare i punti e i giri. Ma tenere il conto con 7 bambini che ti stanno intorno e ogni minuto ti chiedono qualcosa è difficile. Così proprio sul cesto più grande mi accorgo, come lo finisco, che le rose non tornavano. Ma la futura sposa di lì a poco sarebbe venuta a prenderlo. Io non potevo proprio deluderla, così ho urlato ai bambini di non avvicinarsi, ho preso le forbici ho disfatto il cesto, e nonostante avessi pochissimo tempo l’ho rifatto. Certo ho sprecato un po’ di materiale, ma la sposina era felicissima!».

Il mondo è molto cambiato, e questa “Ragazzina” di 106 anni ha vissuto i cambiamenti di oltre un secolo, e uno degli aspetti che più rimpiange del passato è la genuinità dei cibi. «Un tempo il cibo era migliore, perché si faceva tutto in casa, senza conservanti. La pasta, il pane, i dolci, la fregola (mentre nonna Emanuela racconta, le nipoti rimpiangono il suo mitico minestrone, inimitabile, n.d.r.) persino il maiale, facevamo tutto da soli. Non eravamo certo ricchi, ma non mancava mai nulla».

La signora Emanuela che non vuole assolutamente essere chiamata vecchia, ma anziana, non è una donna che vive di rimpianti. Perché il progresso ha portato anche cambiamenti positivi, come la televisione. Per lei che esce poco, la televisione rappresenta un piacevole passatempo, le piacciono i programmi come Reazione a Catena o L’Eredità, perché tengono allenato il cervello: «Guardare la televisione mi piace, purtroppo però – si rammarica Emanuela – ultimamente ho dei problemi alla vista quindi non riesco a seguire i film, seguo i programmi con le domande, quelli mi piacciono molto, mi dispiace non riuscire a vedere bene, ma pazienza!».

Dopo una bella chiacchierata con questa dolcissima signora ci si rende conto che in effetti il suo segreto potrebbe essere davvero l’approccio alla vita, positivo e col sorriso. Ma attenzione, nonostante la sua dolcezza Emanuela ha una volontà di ferro, provate a dirle che una sedia a rotelle per gli spostamenti fuori casa sarebbe comoda, va su tutte le furie: «Ci vado con le mie gambe nei posti – risponde ai figli- prendetevela voi la carrozzina, piano piano ma mi muovo con le mie gambe!».

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