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Giulia, volata in cielo a 10 anni, e il sogno di aiutare gli altri bimbi. La madre: “Aiutateci a realizzarlo”

«Aiutateci a far conoscere il sogno di Giulia a quante più persone possibili». È l’appello di Eleonora Galia, la mamma di Giulia Zedda, una bimba scomparsa a maggio del 2018, a soli 10 anni per via di un tumore cerebrale. L’associazione benefica è nata il primo marzo di quest’anno per coronare il desiderio che la piccola aveva espresso: aiutare i bambini più sfortunati di lei, quelli che di giochi e vestiti non ne avevano a sufficienza. Ed è proprio questo che i genitori stanno portando avanti nella sede di via Baronia 18 a Cagliari. Chi può, il mercoledì e il venerdì dalle 16 alle 19 porta giochi, abiti o altre cose, che altrimenti andrebbero buttati, e li lascia a disposizione dei bambini più sfortunati.

Precedentemente la sede era situata in via Giardini, poi il trasferimento a Is Mirrionis. «Viene sempre gente nuova, ma non siamo ancora riusciti a farci conoscere bene e ci auguriamo che sempre più persone sappiano del sogno di Giulia e siano disposte a venirci a trovare portando qualcosa per far felice gli altri bambini», auspica Eleonora. «Con un offerta minima diamo la maglietta dell’associazione e con il ricavato raccogliamo fondi che ci permettono di pagare l’affitto mensile della sede».  Viene richiesta la carta d’identità e la certificazione Isee a chiunque vada a ritirare la roba: «Questo per tutelare il donatore ed evitare che chi viene a ritirare poi non rivenda la roba», precisa. “Il sogno di Giulia” parteciperà alla quarta edizione de “Il Testimone del Volontariato”, evento organizzato dall’associazione Alzheimer Cagliari che premierà, il 26 luglio presso la Fondazione Banco di Sardegna, l’associazione che ha avuto un avvenimento particolarmente importante durante la propria attività. La giuria premierà la storia più significativa.

Giulia aveva 6 anni quando ha scoperto di avere il tumore. Tutto cominciò con dei forti dolori alla testa che non la facevano dormire. Poi la diagnosi, impietosa. I genitori hanno pensato fosse giusto che la piccola sapesse ciò che aveva, senza tenerle nascosto nulla. Sono stati quattro anni tra casa e ospedali, un via vai continuo nella speranza di poter fermare il mostro che l’aveva aggredita. Trasfusioni, chemioterapia. Ma la piccola continuava a lottare. «Giulia era una bambina solare, un po’ timida ma molto generosa – dice la mamma – amava il prossimo, pensava più agli altri che a sé stessa. Ha sempre dato i suoi giocattoli ai bambini più piccoli. Era anche un’artista: faceva presepi che poi portava nelle case degli altri, pitturava, suonava il piano». Oggi Giulia sarebbe contenta che il suo sogno di aiutare gli altri si sta realizzando; ora i suoi genitori sperano di poter continuare a farlo, mantenendo vivo il suo ricordo e i valori in cui credeva.

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