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Assemini: Tari scontata per i commercianti che donano l’invenduto alla mensa sociale

Francesca Caria è presidente della Consulta delle Donne, un generale buono a capo di un esercito di 30 volontarie che ogni giorno serve i pasti per 65 persone bisognose. «Il numero di persone che utilizza il nostro servizio purtroppo è aumentato – racconta Francesca – e l’aspetto peggiore è che sono aumentate le famiglie, anche con bambini. Per questo un solo pasto al giorno non è sufficiente, abbiamo bisogno di donazioni». Ad Assemini come ha spiegato Cristiana Ruggiu, Assessora alle Politiche Sociali, Scuola e Volontariato: «Ci sono 118 attività commerciali, tra forni, frutta e verdura, macellerie e piccoli e grandi supermercati che la sera chiudono con della merce invenduta, che magari è ancora buona, ma il giorno dopo non può essere messa in vendita. Abbiamo inviato una lettera a ciascuna attività per informarla dell’iniziativa e solo quattro di queste lettere non sono state consegnate, perché quelle attività hanno cambiato nome o indirizzo».

Offrendo uno sconto del 10 per cento sulla Tari abbiamo pensato di incentivare le donazioni, ridurre gli sprechi e raccogliere risorse per poter offrire più di un pasto al giorno a chi ne ha bisogno». In realtà Simone Carta, Assessore al Bilancio afferma: «Già la precedente amministrazione aveva proposto questo progetto, ma recependo una normativa nazionale aveva fissato il valore minimo delle donazioni per ottenere lo sconto sulla Tari a 5mila euro all’anno, di fatto un limite a cui poteva arrivare solo la grande distribuzione. Abbiamo deciso – prosegue Carta – di dimezzare questo limite e portarlo a 2500 euro, perché pensiamo che sia un importo proporzionato, offrendo in cambio uno sconto del 10 per cento sulla Tari».

In pratica un’attività commerciale di circa cento metri quadri che conferirà almeno 2500 euro di merce invenduta otterrà circa 90 euro di sconto. Il primo luglio alle 15.30 in Comune si terrà un incontro pubblico durante il quale verrà spiegato ai commercianti e a tutti i cittadini come funzionerà il progetto. Non tutti i commercianti però concordano sul tetto minimo fissato, molti di loro pensano che 2500 euro sia una cifra troppo alta, inoltre lamentano di non essere stati sentiti prima. «In realtà abbiamo fatto un calcolo prendendo in esame uno dei beni di prima necessità meno costosi, il pane – spiega Diego Corrias assessore al Lavoro e Sviluppo Economico – considerando un costo medio di 2 euro al chilo e pensando che mediamente avanzino cinque chili di pane al giorno, già con 250 giorni lavorativi si arriva al tetto minimo».

Inoltre ad Assemini, e questa è una grave pecca, assurda in una cittadina con quasi 30mila abitanti, non esiste nessuna associazione di commercianti con la quale interloquire, non esistono rappresentanti o portavoce della categoria. «Il progetto “Ancora buono” servirà a rafforzare il piano di contrasto all’emergenza alimentare – ha dichiarato la Sindaca Sabrina Licheri – i cittadini, questa volta in qualità di commercianti saranno i veri artefici di questo importante gesto di generosità che troverà attuazione grazie ad un altra manifestazione di solidarietà, l’aiuto determinate della Consulta delle Donne di Assemini».

C’è però una puntualizzazione importante che riguarda i commercianti a cui la signora Francesca tiene particolarmente: «I commercianti ad Assemini sono generosi a prescindere dallo sconto sulla tassa. Questa iniziativa servirà a far conoscere meglio le necessità dei più bisognosi e sicuramente sarà un incentivo in più a donare. Però ci sono tanti esercenti che già donano l’invenduto, le paste, il pane. In più di un occasione mi è capitato di andare a comprare un po’ di pane perché non bastava e nel momento in cui ho spiegato perché mi serviva non mi hanno fatto pagare. Spero tanto – ha concluso l’instancabile “Signora delle volontarie” che riusciremo a mettere a disposizione di chi a bisogno tre pasti al giorno».

«Sarà possibile raggiungere questo obiettivo grazie alla generosità di tutte quelle attività – ha concluso l’Assessora Ruggiu, che ha fortemente voluto questo progetto- impegnate nella vendita e somministrazione di bevande e alimenti che vorranno donare cibi ancora commestibili ma invedibili.
La nostra amministrazione crede profondamente nel principio di solidarietà, dove ciascun membro della società si rende protagonista di azioni concrete finalizzate al bene comune. In questo anno ho avuto riscontri oggettivi della generosità dei nostri concittadini, pertanto non ho dubbi che questa iniziativa possa riscuotere l’interesse che merita».

L’Assessora ha poi ringraziato i volontari dell’AVIS per la disponibilità nella gestione del Frigorifero Solidale e la Consulta delle Donne per l’impegno profuso nell’offrire il servizio della Mensa Solidale che hanno dato la loro disponibilità per questo ulteriore servizio legato al progetto “Ancora buono”che insieme agli altri due servirà a implementare il Piano di Contrasto all’Emergenza Alimentare.

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