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Cosa farebbe Francesca Ghirra se fosse sindaco? La candidata si racconta a Vistanet

La cancidata a sindaco di Cagliari Francesca Ghirra

Quali sono i tre interventi più urgenti, quelli che attuerebbe nei primi 100 giorni?

Apporteremo i correttivi necessari al sistema di raccolta porta a porta per la soluzione delle criticità riscontrate e procederemo a una revisione del servizio di pulizia delle strade. Importante l’approvazione del piano particolareggiato del centro storico, grazie a cui sarà possibile riqualificare aree che versano in stato di degrado da oltre 70 anni. Procederemo alla riorganizzazione dei servizi, con il potenziamento degli uffici che si occupano di politiche sociali ed edilizia popolare, la razionalizzazione dei servizi pianificazione, mobilità e lavori pubblici, la creazione di un servizio ambiente e di un ufficio che supporti gli organizzatori di manifestazioni ed eventi nella stesura dei piani di sicurezza.

Ha già qualche idea sulla formazione della giunta, sul numero degli assessori, ricorrerebbe a qualche tecnico?

Sarà una Giunta competente, in grado di lavorare da subito al servizio di Cagliari, in cui sarà garantita la parità di genere. Penso a una squadra di 9-10 persone, senza escludere la presenza di figure tecniche, che avrà come unico obiettivo la crescita e lo sviluppo della città in ogni settore.

Come ha denunciato pubblicamente Massimo Zedda, la prima proposta di legge del nuovo governo regionale non riguarda i problemi dei sardi ma i vitalizi dei consiglieri. Se vincerete dovrete confrontarvi con il governo regionale, cosa pensa della giunta Solinas?

Il centrodestra fa il contrario di quanto promesso in campagna elettorale. Non si occupa dei problemi dei sardi, ma dei vitalizi dei consiglieri. Il resto è tutto fermo. Noi siamo diversi, lo abbiamo già dimostrato eliminando dal bilancio comunale tutti gli sprechi e incrementando servizi ai cittadini nonostante i tagli delle risorse da parte dello Stato ai Comuni. Di sicuro da sindaca mi occuperò subito della città, perché il nostro obiettivo è il benessere delle cittadine e dei cittadini. Spero che anche la Regione voglia lavorare in questa direzione, perché è interesse di tutti che cresca la città e con lei tutta la Sardegna.

Alle Regionali, nei seggi cagliaritani dei quartieri popolari, Zedda non è andato benissimo, come se lo spiega?

Non si è andati bene in alcune determinate sezioni di alcune vie, specifiche e conosciute, che da sempre non scelgono il centrosinistra. La prova sta nel fatto che in città, nonostante la sconfitta a livello regionale, abbia vinto il centrosinistra unito. Era già successo per le suppletive di gennaio e si è ripetuto durante le Europee, con un dato in controtendenza rispetto ai risultati nazionali. Quei numeri, in ogni caso, sono uno sprone a fare sempre meglio.

Cosa prevede il suo programma per le periferie, soprattutto per Sant’Elia, la cenerentola della città? Parliamo degli abitanti, dei palazzoni, non del super stadio.

Negli otto anni appena conclusi abbiamo lavorato per tutta la città, senza distinzione tra i quartieri. Tuttavia, abbiamo ottenuto importanti risorse dal Governo per il quartiere di Sant’Avendrace con il “bando periferie”, grazie a cui verrà riqualificata la viabilità del viale Sant’Avendrace, della via Po e delle vie San Paolo e Capo Scipione, dove sorgerà un nuovo parco urbano sportivo. Verrà, poi, demolito l’ex Mattatoio di via Po e al suo posto sorgerà un nuovo quartiere dotato di servizi e di 140 nuovi alloggi per “housing sociale”. Per Is Mirrionis, grazie ai fondi POR, abbiamo previsto la riqualificazione delle case popolari comunali, dell’ex hangar, della ex scuola Alagon di via Abruzzi e della piazza del mercato di via Quirra. Alle opere di carattere infrastrutturale si affiancheranno interventi di carattere sociale, culturale e di promozione della cultura d’impresa. A Sant’Elia è visibile a tutti la riqualificazione in atto: penso al nuovo lungomare, al Parco degli Anelli, che nei prossimi mesi diventerà ancora più grande, e ai frutteti condivisi di cui gli abitanti si prendono cura. Penso al Borgo Vecchio e agli interventi sulle abitazioni, che sono di competenza del Comune. Partiranno a breve i lavori per il porticciolo della piccola pesca, atteso da 60 anni, che porterà nuove occasioni di lavoro; lo stesso vale per il ponte ciclopedonale che servirà a collegare il quartiere con la via Roma attraverso il canale di Mammarranca. Ci sono poi gli oltre 100 milioni di euro dell’accordo di programma sul quartiere per i cosiddetti palazzoni, che sono di proprietà della Regione: il nostro obiettivo è restituire qualità agli alloggi esistenti, portare servizi e riqualificare le aree comuni. Le opere previste per la realizzazione del nuovo stadio e la nuova metro di superficie saranno un’ulteriore occasione di riscatto per il quartiere. I residenti, che sono orgogliosi di viverci già ora, avranno finalmente un rione funzionale in una delle aree più belle della città.

C’è qualche scelta dell’amministrazione Zedda che lei non rifarebbe, o gestirebbe diversamente?

Ogni scelta è stata frutto di ragionamenti di squadra e tutte sono servite a dare a Cagliari un respiro finalmente ampio e il coraggio di competere con le migliore città italiane ed europee. Forse avrei fatto qualche ragionamento in più sulla chiusura di via Roma, ma anche quella sperimentazione è stata utile a capire che è necessario individuare soluzioni differenti. Nessun rimpianto , ma l’obiettivo è sempre quello di fare meglio.

Recentemente CasaPound ha aperto una nuova sede in via Cervi. Il suo partito e in generale la sinistra cittadina non ha assunto una posizione ufficiale, come mai? Trova che sia normale?

Per quanto siano agli antipodi del mio modo di vedere la vita e la politica, parliamo di un movimento che si presenta alle elezioni. Preferisco lottare ogni giorno dal punto di vista politico sui temi e sui principi e batterli alle urne.

Il Comune di Sassari ha iscritto all’anagrafe una bimba figlia di due madri, nata con la fecondazione assistita, lei lo farebbe?

Non avrei nessuna difficoltà: a contare è solo l’amore che due genitori possono dare ai propri figli. Per me la famiglia è dove c’è amore e penso che riconoscere sempre nuovi diritti non possa che far bene alla nostra città.

Come commenta il risultato delle Europee? Non pensa che la sinistra dovrebbe occuparsi dei problemi concreti della gente, il lavoro soprattutto?

Penso che la politica in generale, non solo la sinistra, debba tornare a occuparsi delle esigenze delle persone. Non mi pare che Salvini abbia ottenuto quel risultato parlando dei problemi degli italiani. Anzi, ha usato il tema delle migrazioni e della paura per nascondere il niente che sta portando avanti il governo a trazione leghista.

L’amministrazione Zedda ha il merito di aver dato molto spazio alle donne, superando l’imposizione un po’ ipocrita delle quote rosa, Cagliari è pronta per un sindaco donna. Sarà un baluardo contro questa ondata di cultura maschilista che dilaga in Italia ultimamente?

La questione non è un semplice fatto numerico, ma il coraggio di scegliere persone per le loro capacità. A Cagliari Massimo Zedda non ha avuto paura nell’affidare ruoli apicali, tanto sul versante politico quanto su quello amministrativo, a donne che hanno saputo dimostrare la propria indipendenza nelle scelte, il proprio coraggio e l’attitudine a trovare soluzioni e dare risposte alle richieste dei cittadini. La cultura maschilista si contrasta con l’azione quotidiana, non solo “dando spazio” alle donne, ma avversando ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne. Continuano infatti a persistere disparità che richiedono politiche di genere non più derogabili. Vogliamo garantire pari opportunità in ambito professionale, sociale, politico e culturale, con un approccio inclusivo che tenga conto di tutti i settori del vivere quotidiano, dal sistema di welfare sociale ai modelli educativi e culturali, per arrivare alle politiche di sviluppo del territorio. Metteremo in campo politiche in grado di conciliare la vita professionale delle donne con quella familiare e personale. Possiamo farlo estendendo gli orari degli asili, riducendo le tariffe, offrendo maggiori servizi alle famiglie.

A lei piacciono le rotonde? (Si fa per scherzare)

Intanto quelle realizzate a Cagliari sono belle anche dal punto di vista estetico, di sicuro sono importanti per evitare le file che si formavano ai semafori. Meno auto in fila significa meno inquinamento e meno perdite di tempo per chi non può rinunciare a usare la macchina.

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