Solo due giorni fa le foto del Bastione di Saint Remy senza più transenne facevano il giro del web cagliaritano, l’hashtag più gettonato era #bastionesanremy. Eh sì, si dovrebbe scrivere “Saint”, molti scrivono “San”, ma il senso non cambia e visto il proliferare di piccoli e grandi atti vandalici ai danni del monumento più amato dai cagliaritani, proprio a un santo bisognerebbe rivolgersi. Il commento quasi unanime sulle magnifiche foto della “Fortezza bianca” riaperta al pubblico sui social era: “Speriamo che non lo sporchino e non facciano danni”.
Preoccupazione più che legittima, basta chiedere agli operai che questi giorni, armati di detergenti e spatole stanno cercando di ripulire i pannelli di plexiglass. «Non ce n’era uno pulito – raccontano gli addetti alla manutenzione- ogni pannello era pieno di scritte. Alcune vengono via semplicemente con l’alcol, per altre occorre un solvente più forte, ma alcune sono indelebili e per rimuoverle si finisce inevitabilmente per rovinare il pannello. Spesso attaccano adesivi, e il calore del sole rende la colla appiccicosa ed è difficilissimo toglierla ».
In tanti invocano l’uso delle telecamere, addirittura qualcuno propone delle cancellate che impediscano l’accesso nelle ore notturne, certo è assurdo pensare che si debba arrivare al punto di ingabbiare il Bastione, ma sono gli stessi operai ad ammettere: «In pratica è impossibile riuscire a vederlo almeno un giorno tutto pulito, quando hai finito di pulire l’ultimo pannello, i primi sono già coperti di scritte..». Intanto, nell’attesa che gli incivili si civilizzino, ammesso che possa mai accadere, forse bisognerebbe pensare a un sistema serio di sorveglianza.