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Ad Assemini i bambini realizzano casette di “Ladiri” e l’Unesco li premia

Il progetto si chiama “Terra al sole” e ha coinvolto i bambini delle scuole primarie e dell’infanzia del Primo Circolo Didattico di Assemini. Lo scorso anno e questo, Antonello Carboni, un vero appassionato delle miniature e profondo conoscitore delle tecniche antiche per la costruzione dei mattoni di fango, si è reso disponibile, gratuitamente, per insegnare ai più piccoli come si realizzano i mattoni di fango. L’obiettivo è duplice, da una parte tramandare la conoscenza di una tradizione antichissima alle nuove generazioni e suscitare in loro interesse a passione per un’attività che potrebbe rivelarsi un mestiere del futuro.

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Dall’altra far riscoprire anche agli adulti un materiale assolutamente ecologico. Questi giorni è stata allestita una piccola mostra con i manufatti dei bambini nei locali della mensa scolastica di via di Vittorio, dove è possibile ammirare l’incredibile lavoro svolto dai bambini supportati dalle loro maestre sotto la sapiente guida dall’artista, perché Antonello Carboni si può sicuramente definire un artista. Ad Assemini ci sono, soprattutto nel centro storico, moltissime abitazioni costruite in mattoni di “Ladiri” come si chiamano in Sardegna, e queste costruzioni presentano delle caratteristiche dal punto di vista termico che nessun materiale di oggi è in grado di fornire.

La loro produzione è semplice, richiede solo acqua, fango e paglia, materie prime economiche ed ecologiche e si cuociono al sole, energia rinnovabile per eccellenza. In più gli scarti o rifiuti di un eventuale demolizione sono biodegradabili al cento per cento. Per questa ragione lo scorso anno le classi che aderivano al progetto hanno partecipato al concorso nazionale “Patrimoni del futuro” indetto dall’Unesco. Il regolamento prevedeva che per ogni regione venissero selezionati tre lavori. Per la Sardegna sono stati selezionati due istituti superiori e i piccoli artigiani di Assemini, della III A, e delle IV A, B e C di via di Vittorio, la IV A di via Firenze, e piccolini delle scuole dell’infanzia di via Pola e via Porto Torres, gli unici provenienti dalla scuola dell’infanzia di tutta Italia.

I lavori selezionati sono stati esposti al Museo Archeologico di Napoli. «I bambini hanno partecipato con grande entusiasmo – ha raccontato l’insegnante referente del progetto- hanno inventato poesie e filastrocche mentre lavoravano. Inizialmente il progetto era destinato solo a bambini della primaria e i cinquenni dell’infanzia, ma poi abbiamo deciso di far partecipare anche i più piccini e il risultato è stato incredibile, hanno risposto benissimo». Hanno risposto tanto bene che il Museo di Napoli ha poi chiesto di poter tenere l’opera dei bambini di Assemini: «L’opera è arrivata a Napoli per essere esposta un pochino danneggiata- racconta la maestra – così il Dottor Carboni è andato a Napoli per sistemarla. Ad aiutarlo c’erano i ragazzi di un istituto superiore della città che lo ha aiutato a sistemare la piccola costruzione in miniatura. Gli studenti hanno appreso le tecniche per costruire i mattoni, si sono appassionati, così il museo ci ha chiesto di poterla tenere».

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