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In Sardegna cresce la passione per i colombi viaggiatori, un modo di comunicare che ha fatto la storia

Il modo migliore per insegnare ai colombi a tornare a casa è prenderli quando hanno circa quaranta giorni e tenerli in grandi voliere dalle quali gli uccelli possano osservare bene l’ambiente circostante, possano familiarizzare con lo spazio, i suoni, gli odori. Dopo due settimane trascorse nelle voliere sapranno riconoscere la zona. A quel punto gli addestratori li liberano perché tornano sempre.

 

 

Mario Albertazzi è uno dei primi allevatori e addestratori di colombi viaggiatori in Sardegna. «Per abituarli più facilmente quando gli do da mangiare – spiega Mario- li richiamo con un fischietto, in modo che associno il cibo al richiamo, sarà più facile farli tornare». Quando i giovani colombi hanno memorizzato la zona, gli addestratori li portano in spazi progressivamente più distanti in modo che sappiano memorizzare ulteriori tratti di percorso. In tutto il mondo si tengono competizioni di velocità. Ci sono paesi in cui le gare di colombi sono uno sport nazionale, in Belgio per esempio ci sono 135mila allevatori, in Italia sono circa 2mila, attualmente in Sardegna sono una quindicina, ma stanno crescendo.

A settembre anche in Sardegna ci sarà una gara che vedrà impegnati 52 colombi che partiranno da Ajaccio in Corsica e arriveranno a Flumini di Quartu. Gli animalisti potrebbero storcere il naso, in realtà questi colombi sono curati e trattati benissimo: «Per noi sono come dei cavalli da corsa – prosegue Albertazzi- una piccola scuderia di cui ci prendiamo cura con passione. Volano ogni giorno per almeno due ore, mangiano un cibo di altissima qualità, gli diamo integratori e preveniamo le malattie. Proprio perché stanno liberi entrano in contatto anche con altri uccelli e rischiano di ammalarsi, di essere contagiati».

Nonostante la grande affidabilità però i colombi sono dotati di microchip collegato al Gps che consente di localizzarli in qualunque momento e registra i tempi di volo ai fini delle competizioni. In vista della gara di settembre sono previste alcune competizioni di preparazione in Sardegna: «La prima si svolgerà a Tharros – annuncia il colombofilo- la seconda a Castelsardo e la terza a Caprera. Alla competizione di Ajaccio parteciperanno una quarantina di appassionati, la maggior parte provenienti dal continente, abbiamo pensato che scegliere delle località così belle poteva costituire anche una buona promozione turistica, inoltre passare da Caprera e Garibaldi ad Ajaccio e Napoleone sarà un bel salto nella storia».

E in effetti il legame tra il colombo viaggiatore e la storia è profondo. Un tempo i colombi rappresentavano il sistema più rapido e sicuro per comunicare. La straordinaria capacità di questi animali di ritrovare la strada di casa li rendeva più affidabili delle persone e soprattutto molto più veloci. Leonardo da Vinci non andava da nessuna parte se non gli veniva garantito che al suo arrivo avrebbe trovato una voliera e tutto ciò che occorreva ai suoi colombi, il genio toscano infatti era solito comunicare regolarmente con altri scienziati e tenersi sempre aggiornato sulle loro scoperte e a sua volta aggiornarli sulle proprie e lo faceva attraverso i colombi.

Durante la Prima Guerra Mondiale i colombi erano impiegati per trasportare messaggi in codice senza che il nemico potesse intercettarli. Chi non ricorda Yankee Doodle l’inafferabile piccione viaggiatore che faceva impazzire il cattivissimo Dick Dastardly? Il cartone animato era ispirato proprio ai piccioni viaggiatori impiagati nel conflitto mondiale. In Italia l’esercito li ha utilizzati fino al 1960, gli uccelli volarono per i militari italiani per l’ultima volta a Roma in occasione delle Olimpiadi.

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