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Dov’è Pietro Arrius, qualcuno gli ha dato un passaggio?

Pietro Arrius Arbus scomparso

Impossibile fermare i leoni da tastiera, nemmeno in queste circostanze così drammatiche. Tutti sono speleologi, tutti sanno come si coordinano le ricerche e soprattutto quando fermarle. E se poi c’è qualcuno a cui attribuire colpe inesistenti, tanto meglio. Sabato sono state sospese le ricerche “massive”, cioè quelle con le forze dell’ordine e i volontari, coordinate sul campo, che prevedono l’impiego di tanti uomini appartenenti a più enti. Ma questo non significa che la ricerca di Pietro Arrius, scomparso da Arbus il 12 maggio si sia fermata sabato. Come ha spiegato il Maggiore Cassarà, Comandante della Compagnia di Villacidro che ha coordinato le ricerche, da sabato le ricerche si svolgono in maniera diversa. L’uomo è stato cercato immediatamente fin dalle prime ore: la scomparsa è stata segnalata a mezzanotte e 40 di lunedì mattina. I giorni successivi sono arrivate decine segnalazioni che sono state tutte verificate e verbalizzate, molte erano addirittura riportate non per testimonianza diretta, ma per sentito dire , altre erano più affidabili, ma comunque poi non si non rivelate relative al signor Pietro.

Dalla mattina successiva, sono stati usati i droni dei Vigli del Fuoco, i cani molecolari dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, sono stati perlustrati tutti i bacini anche quelli dell’area ex mineraria, sono state impegnate le squadre di subacquei dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri, il Soccorso Alpino Speleologico, che ha ispezionato tutti i “fornelli”, i buchi delle miniere, pozzi molto profondi, la Protezione Civile di Arbus. E ancora il Corpo Forestale di Guspini e gli abitanti del posto ogni giorno, in questi 7 giorni di intense ricerche erano impegnate tra 60 e 80 persone. Anche quando le ricerche delle zone impervie all’imbrunire venivano sospese, le forze dell’ordine continuavano a girare con le auto. Ma trascorsi questi 7 giorni e avendo appurato che nelle mappe di Montevecchio non c’era un riquadro nella topografia che non fosse stato controllato, si è deciso di sospendere quel tipo di ricerche. Una persona di 67 anni, malata di alzheimer, fisicamente senza problemi particolari che però ha già percorso a piedi la distanza di circa 6 chilometri, quelli che separano Arbus da Montevecchio, quanto ancora avrebbe potuto camminare prima di stancarsi?

Le forze dell’ordine hanno escluso che possa aver preso un mezzo pubblico, perché tutti gli autisti dell’Arst sono stati sentiti, e nessuno ha fatto salire a bordo il signor Pietro. Vicino al punto in cui Arrius è stato avvistato l’ultima volta passa una strada che conduce alle tante località di mare della Costa Verde molto frequentate dai turisti soprattutto francesi e tedeschi, l’ipotesi quindi che si sia allontanato in auto non è così remota, potrebbe essergli stato offerto un passaggio da un turista, potrebbe anche essersi fatto accompagnare in una zona lontana dal Borgo e purtroppo non ci sono elementi a riguardo.

Per questo adesso le ricerche vengono svolte in un altro modo: ogni giorno vengono contattati gli ospedali della zona. Pietro Arrius è inserito nei sistemi delle forze di polizia, quindi qualunque pattuglia, in qualunque località dovesse fermarlo, deve contattare il comando competente e i familiari. Tutte le auto delle forze dell’ordine hanno l’avviso di ricerca. Molti hanno attribuito la ragione dell’interruzione delle ricerche al fatto che proprio a Montevecchio, sabato e domenica scorsi si svolgeva un Rally. Ma come ha precisato il Maggiore Cassarà, la gara si svolgeva in una zona che non intralciava le ricerche e racconta di aver sentito gli organizzatori per avvertirli che al momento le ricerche erano interrotte, ma che se fosse emerso qualche elemento nuovo, una testimonianza utile che collocava l’uomo nelle zone interessate dal Rally, quest’ultimo sarebbe stato interrotto perché le ricerche avevano la priorità assoluta. L’attività di ricerca dunque continua e tutti coloro che pensano di vedere e riconoscere Pietro Arrius sono invitati ad allertare le forze dell’ordine.

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