(VIDEO) Postano un video mentre vanno a 200 chilometri orari. Poco dopo, lo schianto
Si riprendono mentre viaggiano a 200 chilometri orari sull’A1. Poco dopo, lo schianto mortale.
In un video, gli ultimi istanti di vita di due ragazzi. Si riprendono, come riporta Il Messaggero, mentre viaggiano a 200 chilometri orari sull’A1. Poco dopo, lo schianto mortale.
«Siamo solo ai 200» dice uno all’altro «facciamo vedere a quanto andiamo».
Le vittime sono Luigi Visconti, 39enne originario di Napoli, e Fausto Dal Moro, 36enne originario di Padova. L’incidente è avvenuto sulla Milano-Napoli, nel tratto tra Modena Nord e Modena Sud.
I commenti sui social sono particolarmente duri: si legge “Meno male non hanno ammazzato nessun innocente”, “Se la sono cercata e l’hanno trovata” e tanto altro.
Gepostet von Fausto Dal Moro am Samstag, 18. Mai 2019
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La prima donna arbitro d’Italia fu una ragazza cagliaritana. Ecco la sua storia
Per "mettere la gonnella" a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.
Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.
Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.
Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
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