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D’Uva: «Le coppette meglio degli assorbenti», ma lui come le ha provate?

Che in Italia tiri aria di regresso è assodato, che a farne le spese siano soprattutto le minoranze e le donne (che nel Bel Paese sono la maggioranza) pure. Ma chi l’avrebbe mai detto che un giorno un uomo sarebbe arrivato a consigliarci come arginare il flusso mestruale! Nel senso: si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio, ma qui l’esempio il deputato saputello non poteva darlo neanche prima! Sulla base di quale certezza si può permettere di affermare che “Le donne devono abituarsi a usare la coppetta o gli assorbenti lavabili”? L’ha provato? Ha mai avvertito quella meravigliosa sensazione di stillicidio, umidità persistente, unita spesso a crampi addominali, stanchezza e implacabile angoscia di sporcarsi? Indubbiamente sottovaluta il film horror che cinque giorni al mese ci dobbiamo portare tra le gambe.

Forse non ha riflettuto sul fatto che questa incombenza ciclica ci condiziona nell’abbigliamento, nello sport, al mare, alle feste, e che la fantastica invenzione dell’assorbente usa e getta per noi è stata una vera liberazione! Ma come? Un trentenne che non sa che noi con l’assorbente ci possiamo lanciare col paracadute, e se l’assorbente è con le ali voliamo sicure? Dove ha vissuto il deputato D’Uva mentre noi facevamo la ruota senza paura, salivamo su scale a pioli per prendere libri su una libreria a 20 piani rigorosamente coi pantaloni bianchi, scalavamo l’Everest, andavamo in moto con la certezza che l’assorbente non si spostasse e camminavamo con le scarpe trasparenti per far capire quanto è comodo? Ma possibile che il nostro ometto saggio non abbia mai sentito la canzoncina: “Sei protetta più che mai perché è più lungo e tu lo sai “?

Passi il discorso sull’assorbente lavabile, sarebbe solo un salto indietro di 60 anni, D’Uva parla di ambiente senza contare che gli assorbenti lavabili vanno lavati, lo dice la parola stessa. Con tanta acqua e detersivo, e che fai, li metti in lavatrice a 30 gradi con le tovaglie? Ovviamente no, quindi a 90 gradi usando acqua, detersivo ed energia elettrica. Oppure c’è l’opzione bucato a mano, d’altronde se stiamo regredendo facciamolo seriamente, torniamo al fiume a lavare i panni..

Vogliamo affrontare il discorso coppetta? Vogliamolo! Se volete vederci chiaro andate nel fantastico mondo dell’internèt, i video tutorial abbondano. Qui ci limitiamo a definirla: un imbutino di gomma che va inserito internamente, un Sacro Graal delle “tue cose” che devi periodicamente svuotare come il serbatoio del deumidificatore. Ma mentre quest’ultimo ha il “troppo pieno” e quindi prima di debordare liquidi si spegne, noi questo meccanismo non lo possediamo, quindi il rischio che debordi con conseguente scenografia alla Dario Argento è sempre dietro l’angolo. Senza contare che quando la togli devi svuotarla, lavarla e reinserirla con le mani, quindi devi necessariamente disporre non solo un ambiente chiuso e protetto da occhi indiscreti come sarebbe sufficiente per un normalissimo assorbente, ma ti serve un lavandino, dell’acqua corrente, del sapone e qualcosa per asciugarti. Cose che non sempre troviamo nel momento in cui ci rendiamo conto che il Sacro Graal è da svuotare..

Ora dopo averci proposto dei soldi per smettere di lavorare e fare solo le mamme, dopo i continui attentati alla legge 194 che ci permette di non diventare mamme se non possiamo, volete anche insegnarci come gestire le nostre cose? Se le chiamo “le MIE cose” è perché sono mie e le voglio gestire io! Lasciare sugli assorbenti igienici l’iva che si applica ai beni di lusso, è un’offesa, l’assorbente è un bene di prima necessità e va tassato come tale. Ma torniamo alla domanda iniziale, c’è un dubbio atroce che si è insinuato nelle nostre menti perverse di donne col ciclo e per ciò stesso irritabili. Un politico serio, quando prende una decisione lo fa con cognizione di causa, quindi delle due, l’una: o non è un politico serio o parla con cognizione di causa, perciò siccome siamo sicure che sia un politico serio non resta che affermare che Francesco D’Uva, la coppetta l’ha provata… sì ma dove?

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