“Chiamare l’aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione femminile un diritto dell’uomo”. Questo è uno dei post pubblicati dal candidato sindaco di Cagliari Alessandro Murenu, per il Movimento 5 Stelle. Resa pubblica appena ieri la sua candidatura già si trova nell’occhio del ciclone per alcuni suoi post pubblicati sul suo profilo Facebook. Il post è datato 9 aprile, quindi recentissimo. E in un post di poco più vecchio se la prende con gli immigrati e chi li difende: “Tutti coloro che prendono il Vangelo in mano per criticare le politiche sull’immigrazione, tutti coloro che lo prendono in mano per criticare il lusso della Chiesa sono invitati a prenderlo in mano anche quando si parla di aborto, eutanasia, matrimonio ecc”.
Ancora dichiarazioni apertamente contro le unioni omosessuali: “Non possono essere ritenute omogenee al matrimonio”. Dopo che gli screenshot dei suoi post cominciano a diffondersi sul web, arriva la replica del candidato a palazzo Bacaredda: «La legge 194 non si tocca, così come non si torna indietro sui diritti delle persone omosessuali. La mia vita professionale e familiare testimonia questi valori, anche a difesa dei diritti dei migranti, ma prendo atto che con l’apertura della campagna elettorale si è messa in moto anche la macchina del fango», ha dichiarato Murenu. Forse un po’ tardive come spiegazioni, difficile dare un senso diverso a quei post, anche cercando di contestualizzarli.
«La mia vita, la mia professione, i miei rapporti lavorativi e personali parlano chiaramente a favore della massima tolleranza e rispetto delle persone, senza alcun pregiudizio. Sono state prese a caso alcune frasi e totalmente decontestualizzate. Ma non è la prima volta che contro i candidati del Movimento la realtà viene stravolta, e questa ne è l’ennesima riprova». Ha concluso il chirurgo, ma forse prima di annunciare la sua candidatura avrebbe dovuto dare una controllata al suo profilo che in questo momento sembra sparito nel nulla..