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Pasqua vegana: un menù alternativo per chi ha scelto questa filosofia di vita

E se per una volta ci sedessimo alla tavola di Pasqua rinunciando ai cibi di origine animale?

Anche in Sardegna, tradizionalmente terra di carnivori, sono sempre più numerose le persone che scelgono di diventare vegane, ma non si tratta di una vita fatta di rinunce e mortificazione del palato. Ecco un menù di Pasqua totalmente vegan che non farà rimpiangere l’agnello o la pasta col ragù di cinghiale.

Chi decide di diventare vegetariano e rinuncia a mangiare carne e pesce viene rispettato per le proprie scelte. Chi, come i vegani, decide di rinunciare anche al latte, ai latticini, alle uova e a tutti i prodotti di origine animale, viene considerato un integralista. In realtà la motivazione della scelta più radicale dei vegani risiede nel fatto che comunque anche per produrre latte e uova gli animali vengono sfruttati e soffrono, vengono loro somministrati ormoni e antibiotici. Senza contare l’utilizzo di enormi quantità d’acqua per far funzionare gli allevamenti intensivi. Quindi non c’è estremismo ma coerenza dietro una scelta di questo tipo. I detrattori della cucina vegana sostengono che mangiare vegan sia deprimente. Per sfatare il mito secondo cui questo tipo di alimentazione sia triste, Vistanet con l’aiuto di Valentina Puddu, esperta di cucina vegana, propone un menù di Pasqua alternativo.

Il menù

Si inizia con l’antipasto: su una base di pane carasau hummus di ceci, insalata belga e pomodorini, oppure per un antipasto più ricco e gustoso, Valentina propone una crostatina di pasta brisé sempre con una base di hummus e poi l’aggiunta di verdure crude a scelta, olive, cipolla, noci e una spolverata di prezzemolo secco.

Il primo piatto che non ha nulla da invidiare alle lasagne tradizionali, è una lasagna condita con ragù di funghi, besciamella vegetale e la pasta ovviamente senza uova.

Per secondo straccetti di soia al rosmarino con i piselli. Un secondo proteico assolutamente paragonabile a un secondo a base di carne anche esteticamente, perché si sa, anche l’occhio vuole la sua parte.

Infine il dolce: dischi di Pan di Spagna al cioccolato,alternati a panna di soia e cacao.

A guardare le foto sembrano pietanze invitanti, non rendono certo l’idea di un menù triste, siamo davvero sicuri che la carne ci darebbe più felicità? Nessun invito alla polemica, l’uomo è nato onnivoro, e qualsiasi scelta va rispettata, tuttavia una parte di coloro che abbracciano la filosofia vagan, tende spesso a fare la morale a chi consuma carne, arrivando a definirlo assassino e annunciando future punizioni divine. Valentina, vegana da sei anni, spiega perché:«Appena si diventa vegani e si acquisisce la consapevolezza di quanto si stia in pace con la coscienza si ha come un’illuminazione rispetto a quanto si è sbagliato in passato». Quindi questa consapevolezza spinge all’intransigenza verso chi, secondo l’etica vegana, sbaglia ancora. «Poi però col tempo ci si rende conto», prosegue Valentina,« che il servizio migliore che possiamo fare alla società e agli animali è convincere le persone a provare, dando il buon esempio e cucinando pietanze attraenti a saporite, per dimostrare che mangiare vegano non è poi così male». Le preparazioni sono semplici e gli ingredienti tutti facilmente reperibili, è davvero così complicato diventare vegani? E se magari menù simili si adottassero anche solo una volta ogni tanto, giusto per ridurre l’uso della carne, i vegani intransigenti sarebbero disposti a perdonarci?

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