Site icon cagliari.vistanet.it

A Cagliari “Mai più sole” aiuta le donne dell’Est Europa a fare prevenzione contro i tumori

Olga Pyndykivska viene dall’Ucraina, vive a Cagliari da 8 anni e parla correntemente l’italiano. È infermiera professionale e nella sua città di origine Rivne, lavorava negli ambulatori di periferia dove faceva praticamente il medico. «Nel mio paese le donne sono abituate a prendersi cura di tutti, tranne che di loro stesse – spiega Olga- prima viene la famiglia, la casa e addirittura il bestiame, poi vengono loro». Se a questa cultura si aggiunge il fatto che le donne che vengono dell’Est Europa non parlano l’Italiano, lavorano moltissimo come badanti con solo la domenica e un pomeriggio liberi a settimana, e dispongono di pochissimo denaro è abbastanza comprensibile che non seguano protocolli di prevenzione.

 

È stato il Dottor Antonio Macciò, Responsabile del U.O.C. Ginecologia Oncologica dell’Ospedale Businco di Cagliari, a segnalare il problema al progetto “Mai più sole contro il tumore ovarico” sostenuto dalla Fondazione Taccia, con la quale collabora da anni. L’oncologo, una vera e propria eccellenza nella cura del tumore dell’ovaio, a livello internazionale, si è reso conto che molte di queste donne si presentavano in ospedale quando ormai la malattia era già a uno stadio avanzato. «In Ucraina le donne sono predisposte geneticamente a contrarre tumori – prosegue Olga- in più molte di quelle che vivono qui, vista l’età media, erano ragazze quando si è verificata l’esplosione nucleare di Chernobyl e questo le ha rese ancora più vulnerabili».

In seguito alla segnalazione del Dottor Macciò e con l’aiuto di Olga, l’associazione “Mai più sole” ha deciso di tradurre le brochure sulla prevenzione dei tumori femminili in lingua russa e in ucraino, pubblicando poi anche sul sito tutte le informazioni tradotte. Inoltre, in accordo con il Centro Medico I Mulini, ha messo a disposizione visite mediche specialistiche gratuite per tutte quelle donne, la maggior parte delle quali si prende cura dei nostri anziani, che vengono dai paesi dell’est. Nonostante la diffusione delle informazioni, però il progetto stenta a decollare, sono poche le donne che si sottopongono a visite periodiche, resta una forte diffidenza di base, probabilmente devono cercare di rivedere la scala delle loro priorità: «Il progetto è partito poco meno di un anno fa – ha concluso Olga- ma devo dire che adesso il numero di donne che segue la prevenzione sta aumentando, forse anche il passa parola funziona, la fiducia è contagiosa».

Exit mobile version