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Polemica ad Assemini: stop alle conferenze “I Love Opera”, di chi è la colpa?

Al progetto hanno aderito molti comuni e associazioni, Numariminis, Uta, Decimomannu, Monastir tra gli altri. Si chiama “I Love Opera” ed è attivo da diversi anni. Si tratta di un progetto di divulgazione, in cui vengono spiegate le opere in cartellone al Lirico di Cagliari, la loro genesi dal punto di vista storico, musicale e la trama, tramite la visione di video contenenti brani delle opere oggetto delle conferenze. A tenere le conferenze la musicologa Francesca Mulas. L’obiettivo è quello di preparare il pubblico alla visione delle opere. Per chi partecipa alle conferenze c’è la possibilità di acquistare il biglietto a prezzo ridotto per assistere alle prove generali. Ad Assemini il progetto è partito nel 2016 e fino a febbraio del 2019 si è svolto regolarmente. L’ultima conferenza si è tenuta a febbraio. Anche se, come ha spiegato Francesca Mulas, le due conferenze del 2019 si sono tenute nonostante ancora l’amministrazione non avesse proceduto ad assegnare l’incarico ufficialmente.

Le conferenze venivano molto apprezzate, i partecipanti erano sempre circa 50 e per alcune opere sono stati oltre 70. In tanti chiedono che il progetto riparta. «Anche quest’anno abbiamo deciso di rilanciare l’iniziativa perché culturalmente valida – ha spiegato Rachele Garau, l’assessora alla cultura- “I love opera” era molto interessante perché oltre le conferenze in cui si spiegavano le opere dal punto di vista storico musicale c’era l’opportunità da parte di chi frequentava, di proseguire l’esperienza musicale a teatro in quanto alla fine delle conferenze chi voleva poteva acquistare i biglietti a un prezzo modico. Dal 2016 fino al 2019 sì è seguito sempre lo stesso schema, lo testimoniano gli atti pubblici».

L’assessora racconta che durante le prime conferenze è stato comunicato che non sarebbe più stata garantita la vendita dei biglietti. « Ma noi abbiamo scelto di aderire al progetto proprio in virtù della possibilità di acquistare i biglietti scontati. Così è venuto meno il presupposto stesso su cui si basava il progetto. Penso che se la musicologa desiderava cambiare la formula dell’iniziativa avrebbe dovuto specificarlo nella proposta da lei presentata. Ne avremmo preso atto e modificato l’iniziativa. Invece di confrontarsi con la sottoscritta e gli Uffici sì è pensato di dare spiegazioni poco chiare e fuorvianti ai cittadini».

Francesca Mulas, la musicologa e storica della musica, ha risposto alle dichiarazioni dell’assessora spiegando che vendere i biglietti non è mai rientrato nel suo ruolo, che non è previsto che le sue conferenze siano legate in automatico alla partecipazione alle recite, e questo è stato chiaro fin dall’inizio della collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, incluso il Comune di Assemini: «Il mio compito è quello di spiegare l’ Opera – ha replicato Francesca Mulas- è quello che faccio nei tanti comuni che hanno aderito a questo progetto, compreso quello di Assemini. Non vendo i biglietti, non l’ho mai fatto. Ho fatto da intermediario, senza mai ricevere compensi da nessuno, per semplificare l’acquisto dei biglietti alle persone che assistevano alle mie conferenze. Il mio è un semplice rendersi utile, essendo referente del progetto. Non era previsto negli accordi che le mie conferenze fossero condizionate alla vendita dei biglietti, infatti ho tenuto delle conferenze anche in comuni molto lontani come Arzachena, in cui non era previsto che poi le persone assistessero allo spettacolo».

Non tutti coloro che partecipavano alle conferenze in effetti, assistevano poi agli spettacoli. I cittadini di Assemini, sono delusi e sperano che questo “Strappo” si possa ricucire al più presto, da parte sua l’assessora si è detta dispiaciuta per l’accaduto e disponibile al dialogo: «Mi dispiace moltissimo perché tenevo tanto a questo progetto – ha concluso Rachele Garau- e non capisco perché sia venuta meno ad accordi presi in precedenza. Rimango dell’idea che se la Dottoressa Mulas voglia confrontarsi io sono aperta al dialogo, e penso che i cittadini Asseminesi non meritino l’interruzione di un progetto interessante come questo».

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