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Torino-Cagliari: “Sono contento per il pari e per Mazzarri, il tecnico più vittimista della storia”

Sono sportivamente orgoglioso. Una partita vibrante, senza un attimo di sbadiglio, che mi sarei goduta come tale se ogni tanto non avessero inquadrato Mazzarri, di sicuro l’allenatore più vittimista della storia. Si lamenta per i 5 o 6 rigori non concessi, nelle pause se la prende per i fuorigioco segnalati, nei ritagli di tempo si sbraccia per i falli laterali. A fine partita se ne va perché l’arbitro fischia 3 secondi prima.

E siccome l’allenatore dà l’impronta alla sua squadra, tutti i torinisti hanno passato il tempo a mettersi anche loro le mani nei capelli a lamentarsi, a incarognire la partita. I cronisti, Dazn questa volta, hanno esibito grande fantasia descrittiva, una per tutte “una situazione discreta notevole”, esempio di ossimoro aggettivale. L’arbitro è stato l’architetto della partita, aveva un rifornimento di cartellini e li ha elargiti con dovizia. Ho visto tante volta arbitri mandati vistosamente a quel paese e il criterio penso sia stato ieri colpirne uno per educarne cento. Barella ha fatto un contatto di spalla punibile in se stesso senza bisogno di ammonizione, tanto più che avrebbe comportato l’espulsione. E adesso parliamo di calcio.

Una considerazione: il Cagliari è molto diverso da quello di larga parte del girone d’andata, è entrato in buona forma fisica, il che gli permette di tenere palla fisicamente superando le difficoltà tecniche. Stiamo disputando dei secondi tempi migliori, in raffronto anche ala tenuta degli avversari. E poi abbiamo la castagna, detta in termini pugilistici. Non segniamo molto ma abbiamo il colpo risolutivo, su corp ‘e conca. Col Torino ci siamo arremangati le maniche e messo sa bistimenta de certu. L’avere giocato soltanto pochi minuti in superiorità numerica toglie qualsiasi sottrazione ai nostri meriti. Klavan, assente da 4 mesi, è stato ben presente, sicuro, mai in affanno, una sicurezza sui palloni alti. Anche Cerri, al quale ormai non chiediamo niente ha stoppato due palloni di petto, ha indovinato due passaggi di cinque metri e ha deviato alto un tiro di testa. Possiamo dire che anche lui sta migliorando. Sulla fascia destra il Torino schierava Ansaldi, un giocatore difficile da contenere, ma Faragò e Padoin l’hanno sempre inseguito e perlomeno disturbato.

Si sono spezzati ma non piegati. È stata partita maschia, come si diceva prima dell’avvento del calcio femminile, con scontri ripetuti, gratuiti talvolta, maligni, ma abbiamo risposto sempre colpo su colpo, contro giocatori che abbiamo affrontato nel loro migliore periodo. Cragno è stato una sicurezza, confermando, se ce ne fosse bisogno, la sua prontezza e il senso della posizione, non sbagliando una deviazione. Pavoletti può fallire controlli e non produrre palleggio, ma sino all’ultimo tiene in apprensione gli avversari, non facendo mai mancare impegno e sacrificio. Ionita a poco a poco si sta adattando a un ruolo interdittivo. Faragò ha forza fisica e inserimenti. Grazie a loro Cigarini si può dedicare a filai e tessi. Ci siamo capiti.

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