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Accadde Oggi. Il 4 aprile 1860 a Cagliari viene collocata la statua di Carlo Felice

Statua Carlo Felice

Nel 1827 gli Stamenti deliberarono in merito alla progettazione di una statua, un monumento che avrebbe dovuto onorare Carlo Felice di Savoia, il sovrano che aveva voluto la Strada Reale. Un collegamento che avrebbe avvicinato Cagliari a Porto Torres, che ancora oggi è quotidianamente percorso dai sardi e meglio noto come SS 131.

Il monumento – affidato al sassarese Andrea Galassi, che lo disegnò, e al noto Gaetano Cima – fu quindi realizzato a Roma, in gesso, e questo su questo primo modello fu costruito il bronzo definitivo, ancora sotto la supervisione di Galassi, presso il Regio Arsenale di Cagliari. Il risultato fu monumentale: una statua alta quattro metri, raffigurante il sovrano secondo i canoni neoclassici, alla maniera dei soldati romani con elmo, corazza e toga. Il braccio destro, invece, avrebbe dovuto indicare per l’appunto l’inizio della Strada Reale, ma il fatto che il monumento sia poi stato collocato in una posizione diversa da quella originariamente ipotizzata fa sì che la direzione indicata sia errata. Era allora il 1833 quando i lavori furono conclusi, ma il re non poté nemmeno apprezzarne il risultato, essendo morto appena due anni prima.

Si pose comunque il problema della locazione: dove si poteva, infatti, inserire una struttura di tali dimensioni? Inizialmente l’ipotesi del Largo fu scartata: negli anni Trenta si trattava di un’area popolata da catapecchie, e il valore di riconoscimento solenne dato si sarebbe inevitabilmente perso. Vi fu quindi la proposta del capitano Cappai – che pensò di restaurare la porta di san Francesco e inserirvi sopra la statua – e quella di chi invece pensò a una nicchia nei pressi delle scale del Palazzo Reale. Entrambe le ipotesi vennero però scartate, e per il collocamento fu necessario aspettare fino al 4 aprile del 1860. In tale data il monumento bronzeo fu quindi posto nella sua odierna posizione, a pochi passi da piazza Yenne, nel cuore del quartiere Stampace, in un punto che già allora si apprestava a divenire nevralgico. La cerimonia che accompagnò il posizionamento fu quindi molto composta, anche perché ormai erano in pochi coloro che avevano davvero conosciuto il sovrano, e neppure vi partecipò il Parlamento sardo, che tanto aveva voluto la realizzazione del bronzeo riconoscimento, in quanto l’avventura risorgimentale lo aveva cancellato.

 

 

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