Site icon cagliari.vistanet.it

(VIDEO) Lo sfogo dello chef Paolo Palumbo: “Sla, lo Stato si è voltato dall’altra parte”

L'incontro tra Obama e Paolo Palumbo, che tiene in mano il suo libro. (Foto: Affari italiani).

«Chi non condivide questa battaglia mia e di tutti i malati sarà complice». Con un video messaggio pubblicato sui social lo chef sardo affetto da sla Paolo Palumbo ha reso pubblico un duro sfogo verso la politica, colpevole a suo dire di aver fatto tante promesse e non averle mai mantenute.

«La sla lentamente mi ha tolto tutto – racconta Paolo -. Purtroppo da un po’ di tempo mi sono ammalato di un’altra patologia, questa volta allo spirito. È successo ogni volta che una promessa fatta non è stata mantenuta. Me ne sono state fatte a decine così come sono state fatte ai disabili che ingenuamente hanno creduto alle bugie dei politici. Obama nel 2017 mi ha invitato in America a curarmi, ma ho rifiutato perché nella malattia la priorità non ce l’ha una persona, ma tutti i malati. Negli Stati Uniti esiste una terapia sperimentale che si chiama Brainstorm che per alcune persone è una priorità».

«Dov’è lo Stato quando si parla di priorità? – continua Paolo Palumbo – Lo Stato che ha il dovere di occuparsi di me e rendere accessibili le cure a tutti. Per avere brainstorm in Italia basterebbero cinque milioni di euro, nulla in confronto ai soldi che vengono buttati negli stipendi d’oro e nelle opere lasciate a metà. Per affrontare quella terapia un malato è costretto a spendere mezzo milione di euro per curarsi negli Stati Uniti o in Israele. 

Paolo Paolumbo si è rivolto al ministro di Luigi Di Maio che in tv aveva assicurato un investimento importante per la sla, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a Matteo Salvini e al presidente Mattarella. Proprio al presidente Mattarella il fratello di Paolo Rosario ha rivolto un accorato appello: «Presidente, mi rivolgo a lei perché avendo perso un fratello mi può capire. Per la morte di suo fratello ci sono persone che la stanno pagando cara, per mio fratello non la pagherà nessuno perché la colpa è di uno Stato che preferisce voltarsi dall’altra parte».

Exit mobile version