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Bambini e web. «I pericoli ci sono, ma perché i genitori continuano a non capire?»

Bambini e web, è allarme. L’Osservatorio Cybercrime Sardegna diretto da Luca Pisano lancia di nuovo il suo monito ai genitori dei bambini e ragazzi che frequentano il web in modo non controllato, attraverso computer, tablet e smartphone.

Secondo le ricerche condotte dall’Osservatorio, quasi 4 bambini sardi su 10 vivono quotidianamente numerosi pericoli sul web e questi sarebbero legati proprio alla frequentazione da parte dei bambini di piattaforme social come Instagram o Tik Tok. È qui che i bambini diventano possibili prede di malintenzionati. Proprio ieri, racconta Pisano dal suo profilo Facebook, un ragazzino di 10 anni, Alessandro, residente a Cagliari, è stato contattato su Tik Tok da un adulto con modi che, pur non configurandosi ancora come reato di per sé, spiega Pisano, non sono piaciuti al ragazzino, al punto da non farlo dormire la notte. Ai genitori di Alessandro è stato consigliato di rivolgersi alla Polizia Postale ma nel frattempo il direttore dell’Osservatorio Cybercrime ha analizzato i due profili dell’uomo su Tik Tok, scoprendo dei dettagli inquietanti.

Tra i quasi 2000 contatti dell’uomo, il 90% sono bambini e bambine. Tra le foto pubblicate, tante sono di bambini che giocano al parco. Come spiega Pisano, «cerca di attirare l’attenzione dei bambini ballando in mutande o indossando la maschera dell’uomo ragno o di Superman» e infine «cerca di ottenere la fiducia dei bambini, pubblicando i “duetti” dei suoi video che riportano da una parte se stesso che balla e dall’altra bimbi che danzano, seguendo il ritmo di una canzone».

«C’è chi permette di aprire un profilo su Instagram o Tik Tok, chi lascia che il figlio tenga lo smartphone durante la notte, chi autorizza l’uso di videogiochi che permettono l’interazione con sconosciuti e chi pubblica le foto dei figli sui social network (fornendo indicazioni sullo stile di vita e i luoghi frequentati)» prosegue Pisano.

«Perché i genitori odiano i figli al punto da esporli intenzionalmente a gravissimi rischi? – si chiede -Perché, – nonostante i ripetuti avvisi della Polizia Postale e della Procura Minorile, i corsi di formazione svolti dagli operatori socio sanitari e le informazioni reperibili sui giornali -, i genitori continuano a trattare i bambini come se fossero persone adulte in grado di confrontarsi con le insidie del mondo virtuale?».

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