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Addio speranze: le sagome individuate sul Nanga Parabat sono di Nardi e Ballard

I corpi individuati sono Daniele Nardi e Tom Ballard.

La conferma dell’ambasciatore italiano: identificate le sagome che erano state scoperte sullo sperone Mummery, a circa 5.900 metri. La spedizione è chiusa. La fidanzata dello scalatore: «Non mi hai ascoltato, te l’avevo detto che su quella via non dovevi andare

«Con grande dolore informo che le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard sono terminate visto che Alex Txikon e la sua squadra hanno confermato che le sagome viste sullo sperone Mummery a circa 5.900 metri sono quelle di Daniele e Tom». Lo annuncia su Twitter l’ambasciatore italiano in Pakistan Stefano Pontecorvo.

Come riferisce il Corriere della Sera, Daniele e Tom resteranno sul Nanga Parbat. Le operazioni di recupero sulla parete Diamir sono state definitivamente sospese, effetti personali, attrezzatura e computer portatili sono stati recuperati dal campo base e saranno recapitati quanto prima alle famiglie. La spedizione è stata chiusa. Forse durante la stagione estiva qualcuno cercherà di recuperarli sulla via di scalata mai da nessuno percorsa in salita. Una sola volta venne percorsa in discesa, nel giugno 1970, da Reinhold e Günther Messner, con il secondo che morì e i suoi resti vennero trovati 30 anni dopo.

«Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse», dice una nota dello staff di Nardi. «Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat. Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, dobbiamo accettare l’accaduto. Ringraziamo Alex, Ali, Rahmat (i tre soccorritori Txicon, Sadpara e Ullah Baig, ndr) e tutta la squadra di soccorso, le autorità pakistane e italiane, i giornalisti, gli sponsor, tutti gli amici che hanno dimostrato tanta collaborazione e generosità. La famiglia ricorda Tom come competente e coraggioso amico di Daniele. A lui va il nostro pensiero. Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso. Ci piace ricordarti con le tue parole: “Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo; non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea, vale la pena farlo».