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Prezzo latte. Coldiretti: “Ora controlli su rispetto dell’accordo”. Ecco tutte le tappe della vertenza

latte

Serve ora vigilare attentamente sul rispetto dell’accordo per fare in modo che si trasferiscano ai pastori gli effetti positivi sul mercato del pecorino determinati dall’intervento pubblico e dall’aumento delle vendite stimato pari al 30% dalla grande grande distribuzione, per effetto delle campagne promozionali. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’accordo sul prezzo del latte ovino raggiunto a Sassari dopo quasi un mese di negoziati iniziati al Viminale con il Vicepremier Matteo Salvini. Il prezzo raggiunto nell’accordo è di 74 cent al litro. 

“Abbiamo firmato per ultimi con senso di responsabilità un accordo che – sottolinea Battista Cualbu presidente di Coldiretti Sardegna – aumenta del 20% l’acconto sul prezzo del latte ai pastori rispetto all’inizio del negoziato, con l’obiettivo però di arrivare a quotazioni finali di un euro per effetto della griglia di indicizzazione che è stata impostata. Restiamo impegnati per ottenere nuove regole che valorizzino il lavoro dei pastori nella formazione del prezzo e vigileremo affinché, dopo le evidenti disfunzioni, si arrivi al più presto ad una corretta gestione del Consorzio di tutela del pecorino Romano che veda protagonisti i pastori, ai quali devono essere assegnate le quote di produzione”.

Le tappe di una lunga vertenza. Comincia in autunno quando Coldiretti Sardegna ha denunciato che il prezzo proposto dal mondo della trasformazione (60 centesimi) era impresentabile in quanto molto al di sotto dei costi di produzione e per l’ennesima volta si scaricavano sui pastori le incapacità dei trasformatori che avevano splafonato le quote di produzione del Pecorino romano causandone il crollo del prezzo. A dicembre, il 15, a Banari, nell’appuntamento annuale, al quale sono stati invitati tutti i trasformatori, Oilos e il Consorzio del Pecorino romano, Coldiretti Sardegna proponeva un patto da sottoscrivere da parte di tutti gli attori della filiera, in cui l’acconto del latte doveva essere pagato ai pastori a 77 centesimi per i mesi di gennaio, febbraio e marzo per poi essere aggiornato ad aprile in base alle quotazioni del Pecorino romano. Proposta portata nel tavolo regionale del latte. Tavolo che tra nulla di fatto e rinvii giunge a fine gennaio, quando Coldiretti Sardegna, lancia l’ultimatum: “O si trova l’accordo nel tavolo convocato per il 7 febbraio oppure saremo in mobilitazione”.

Il 7 febbraio fallisce anche l’ultimo tentativo di accordo e scoppia la dura protesta dei pastori durante la quale tre milioni di litri di latte sono stati lavorati per essere dati in beneficienza, dati in pasto agli animali o gettati in strada. Coldiretti persegue anche le vie legali denunciando gli industriali che pagano sotto i costi di produzione, cosa vietata dall’articolo 62 della legge 1 del 2012 in cui sono previste sanzioni oltre i 3 milioni. L’art. 62 al comma 2 “vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.

Il 12 febbraio una delegazione di pastori guidata dal presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu partecipa alla manifestazione sulla Xylella di Coldiretti davanti a Montecitorio e a fine mattinata viene convocata dal ministro Salvini che riunisce per il 14 febbraio al Viminale tutti i protagonisti della filiera. Tavolo al quale Coldiretti Sardegna chiede vengano convocati anche i rappresentati dei presidi spontanei. Nel tavolo del 14 febbraio non si arriva ad un accordo ma si apre la strada a un consistente intervento pubblico che tra Viminale, Ministero dell’Agricoltura, Regione e Banco Sardegna arriva a circa 50 milioni di euro. Il tavolo viene aggiornato a Cagliari, poi nuovamente a Roma e poi delegato al prefetto di Sassari che al secondo tentativo, con la collaborazione del capo di gabinetto del Ministero delle Politiche Agricole giunge all’accordo di oggi.

 

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