Site icon cagliari.vistanet.it

(VIDEO) Emergenza sangue: non giriamoci dall’altra parte, la Sardegna è generosa ma deve fare di più

Solo il 3 per cento dei Sardi è donatore di sangue, un buon dato che è anche superiore ad altre regioni, ma trattandosi di una percentuale, è in proporzione alla popolazione sarda che è molto meno numerosa di altre regioni, mentre il fabbisogno di sangue è più alto. I maggiori richiedenti di sangue sono le persone che hanno la talassemia che in Sardegna sono circa 1500 di cui circa 1000 trasfusione dipendenti. Per i talassemici sardi occorrono ogni anno 50mila sacche. Le altre 80mila unità di sangue sono necessarie alle persone che devono affrontare un trapianto d’organo, ai malati tumorali di ogni età, agli anziani, a chi subisce un incidente, alle donne in caso di parto problematico, per tutti gli interventi chirurgici per i quali potrebbe essere necessario intervenire tempestivamente. Servirebbero quindi 110 mila sacche di sangue all’anno, ma riusciamo a raccoglierne solo 80 mila. Ne mancano all’appello 30 mila che sono quelle che ci arrivano da fuori regione.

In Sardegna non siamo autosufficienti e per questo siamo costretti ad importare, attraverso il sistema di compensazione nazionale, sangue da alcune regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto che ne hanno in più. Ci basterebbe arrivare al 5 per cento per essere totalmente autosufficienti e mettere finalmente la parola fine alla carenza sistematica che abbiamo sempre conosciuto. Sono molti i motivi per i quali le persone non donano: solo in piccolissima parte motivi religiosi, in realtà si tratta di paura, di ignoranza e soprattutto di menefreghismo. Ivano Argiolas è il presidente di Thalassa Azione, un associazione nata 7 anni fa che rappresenta le persone talassemiche e si occupa di promozione sociale. «Siamo sempre in una situazione di criticità – spiega Ivano- ma ci sono due periodi dell’anno, gennaio e febbraio e poi l’estate, luglio agosto e settembre in cui questa carenza diventa davvero pesante, soprattutto per chi possiede gruppo zero. Quando c’è in giro l’influenza e fa freddo le persone sono meno propense a donare, e poi con le vacanze estive ovviamente le persone non pensano al fatto che il fabbisogno di sangue sia costante, le trasfusioni non vanno in vacanza».

Il sistema della compensazione per cui le regioni che hanno eccedenze le cedono a quelle che ne hanno bisogno, non garantisce che la disponibilità ci sia sempre: «Capita, e neanche così raramente, che a un talassemico venga rinviata la trasfusione, perché non ci sono unità disponibili, oppure gli viene trasfuso meno sangue di quanto servirebbe – racconta il presidente di Thalassa – non sempre infatti le regioni hanno disponibilità di sacche in eccedenza. E in ogni caso anche se non vengono pagate, trasportare le sacche ha un costo che ricade sulla comunità. La Sardegna spende circa 4milioni e mezzo di euro ogni anno per il trasporto delle scorte di sangue, raggiungere l’autosufficienza comporterebbe un risparmio di risorse che potrebbero essere utilizzate in altro modo». Basterebbero 30mila sacche in più, arrivare al 5 per cento dei donatori per ottenere l’autosufficienza.

«Tutti gli ospedali sardi devono poter contare sulla disponibilità di sangue – prosegue Ivano- senza doversi trovare nella condizione di lanciare appelli alla popolazione. Lanciare appelli crea molta confusione e intasa i centri trasfusionali che non sono in grado di far fronte all’improvviso ad una mole sproporzionata di persone. Quello che serve sono i donatori sistematici, gli uomini possono donare fino a quattro volte all’anno, le donne due, i donatori abituali consentono di pianificare l’utilizzo delle sacche per tempo e scongiurare le emergenze». Thalassa Azione ogni due anni promuove campagne per sensibilizzare i sardi e spingerli a donare, con decine di spot, quello contenuto nell’articolo si intitola “E tu?” ed è stato realizzato da ragazzi sardi che studiano alla Cattolica di Milano con la regia di Pietro Medda e fa parte della campagna “Abbiamo bisogno di te”. L’invito è rivolto a tutti i sardi e serve a spiegare che tutti siamo chiamati a donare, perché tutti possiamo farlo.

«L’obiettivo è quello di superare il muro dell’indifferenza, far capire che un gesto che per il donatore non costa nulla – afferma il presidente di Thalassa Azione- è di grande utilità per tutti quelli che hanno necessità di sangue e più in generale per il sistema sanitario, il donatore è una risorsa perché sta donando un farmaco. Inoltre il sangue donato viene controllato e gli esiti delle analisi vengono inviate al donatore che quindi riceve uno screening gratuito. Addirittura chi diventa donatore abituale una volta all’anno può fare un elettrocardiogramma che lo aiuta a tenere sotto controllo la salute». Rispondere all’appello di Ivano e di tutti i sardi, non solo i talassemici, che hanno bisogno di sangue è semplice, basta rivolgersi ai centri trasfusionali degli ospedali della regione, o ai centri di raccolta Avis, a Cagliari ci si può rivolgere all’ospedale Brotzu oppure al centro provinciale Avis di via Talete. Non giriamoci dall’altra parte, si tratta della nostra terra.

 

 

Exit mobile version