Il Cagliari non riesce a dare costanza al risultato conquistato una settimana fa contro il Parma e perde per 1-0 contro la Sampdoria. A chiudere le sorti della sfida il rigore siglato da Quagliarella nel secondo tempo.

Gli uomini di Maran escono a testa alta per aver dato quanto possibile soprattutto nel primo tempo; nella seconda frazione è uscita fuori la formazione di casa, maggiormente in palla rispetto alla difficoltà fisica incontrata dai rossoblù.

CRONACA.

Un Cagliari incerottato ma presentato col giusto mix di giovani ed esperti: il debutto di Doratiotto al fianco di Pavoletti fa il paio con la conferma di Deiola a centrocampo e il recupero di Pellegrini dopo la botta rimediata una settimana fa col Parma. Calcio d’avvio per la Sampdoria, ma sono i rossoblù a spingere nei primi minuti con alcuni cross che mettono in affanno la difesa doriana. Audero deve intervenire fuori area per chiudere su Pavoletti involato a rete all’8, quindi è Cigarini a provare il colpo gobbo con un destro che va alto. Pazzesca occasione fallita al 15′ da Jankto: cross dalla destra di Ekdal a tagliare l’area cagliaritana, l’esterno polacco va al colpo sicuro ma Ceppitelli salva sulla linea e consente a Cragno di liberare. Barella e Cigarini al 22′ non inquadrano la porta, la gara sale di ritmo e si susseguono continui ribaltamenti di campo che mettono in pericolo le due difese. Ci prova d’esterno destro Barella dal limite e sfiora la traversa, Jankto invece offre un tiro fiacco che Cragno controlla con facilità. Un errore a centrocampo di Pellegrini rischia di portare la Samp al vantaggio alla mezz’ora: prima Ceppitelli frena per due volte Quagliarella, poi Cragno salva sul destro potente di Sala. Poco dopo Audero salva su Pavoletti a tu per tu, poi viene chiamato il VAR per un possibile rosso su Deiola: l’arbitro Massimi ravvisa solo il giallo per il centrocampista. La Samp spinge per qualche istante sulla corsia destra con Sala e Saponara, Deiola e Barella rispondono dall’altra parte ma senza fortuna. Al 45′ Saponara ci prova da una posizione impossibile e infatti la palla vola di tanto a lato. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

Il secondo tempo si apre con un sinistro poco efficace di Pellegrini, il copione della prima frazione non cambia così rossoblù a dirigere le operazioni e la Samp a rincorrere e provarci in contropiede. Su uno di questi, Defrel si trova al momento giusto in mezzo all’area ma manda in malora l’occasione con un sinistro alle stelle. Il cross di Gabbiardini al 57′ viene sventato da Cragno, Barella non sfrutta due buone occasioni di contropiede dopo aver fatto circa 50 metri di campo in solitaria. Alzano il ritmo i padroni di casa, al 62′ intervento pazzesco di Cragno su Quagliarella ad evitare lo svantaggio. Poco dopo Massimi deve chiamare il rigore per i doriani a causa di una trattenuta di Pellegrini su Defrel: Quagliarella va dal dischetto e batte il portiere cagliaritano al 66′. Il Cagliari non c’è, subìsce troppo la pressione degli avversari e non riesce a ripartire. Maran decide di optare per il doppio cambio (Faragò per Padoin, Srna per Deiola) in modo da svegliare i suoi, Srna si presenta con un destro di poco a lato al 74′. Fa il suo esordio anche Verde per il compagno Doratiotto, il ritmo della gara non sale nonostante i rossoblù tentino in tutti i modi di farsi notare in fase avanzata. Si chiude dopo cinque minuti di recupero sull’1-0 per i padroni di casa.

TABELLINO.

SAMPDORIA (4-3-1-2): Audero; Sala, Andersen, Colley, Murru (al 79′ Bereszynski); Praet, Ekdal, Jankto; Saponara (al 51′ Gabbiardini); Defrel (al 87′ Vieira), Quagliarella. All. Marco Giampaolo

CAGLIARI (4-3-1-2): Cragno (6.5), Padoin (5.5) (al 72′ Srna 5.5), Pisacane (6), Ceppitelli (6), Pellegrini (5.5), Deiola (5) (al 72′ Faragò 5.5), Cigarini (5.5), Barella (6), Ioniţa (5.5), Doratiotto (5.5) (al 78′ Verde sv), Pavoletti (5). All.Maran (5.5)

Arbitro: Luca Massimi di Termoli

Gol: Quagliarella (66′)

Ammoniti: Ekdal (18′), Deiola (32′), Pellegrini (64′)

Note: recupero 2′ e 5′

Articolo di Giacomo Perra

Per gli almanacchi e i tabellini sportivi, che badano al concreto e dimenticano le note di colore, è semplicemente il primo match della Nazionale disputato al Sant’Elia. Da tutti gli appassionati di calcio, sardi e non, però, l’amichevole Italia-Spagna del 20 febbraio 1971 sarà ricordata per sempre, anche e soprattutto, come la partita delle arance. Le arance sono quelle che, insieme a una non meglio precisata varietà di altri agrumi e di ortaggi, in quell’ormai lontano sabato il pubblico cagliaritano scaraventò contro il ct Ferruccio Valcareggi e i suoi malcapitati uomini. Il motivo di tanto astio? La mancanza di giocatori rossoblù tra i titolari e tra i subentrati, un “peccato” da far scontare al mister e ai suoi ragazzi con una disonorevole gazzarra.

Reduci dal secondo posto conquistato a Messico ’70, i campioni di Valcareggi scesero in campo al Sant’Elia, appena inaugurato, con la seguente formazione: Zoff, Bet, Facchetti, Bertini, Rosato, Burgnich (dal 46’ Ferrante), Mazzola, Rivera, Bonisegna, De Sisti, Prati. Assente giocoforza Gigi Riva, infortunatosi qualche mese prima al Prater di Vienna per un fallo del mediano austriaco Hof, dall’undici iniziale Valcareggi, a cui evidentemente importava poco della geopolitica, escluse anche gli altri cinque campioni d’Italia rossoblù – Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini e Gori – presenti al Mondiale.

Com’era prevedibile, il Sant’Elia non apprezzò e, dall’inizio della partita, sancito dall’arbitro Frauciel alle 14:30 dopo l’esecuzione degli Inni – quello di Mameli venne sonoramente fischiato -, cominciò a fare smaccatamente il tifo per gli spagnoli. Rinfrancati forse da cotanto inaspettato calore, le Furie Rosse dominarono il gioco per quasi tutto l’incontro, chiudendo il primo tempo addirittura in vantaggio per due a zero grazie alle reti di Pirri e Uriarte. Il gol di De Sisti al 34’ della ripresa contribuì a fissare il punteggio sul definitivo 1-2, un risultato meno severo che comunque non salvò “l’onore” degli azzurri, sconfitti in Italia dopo dieci anni e costretti a uscire scortati dallo stadio tra un’impietosa pioggia di arance.

Lavata l’”onta” nella più cafona delle maniere, dall’indomani il pubblico del Sant’Elia dovette fare i conti con la comprensibile stizza e il conseguente ostracismo della Figc, che, scottata dalla clamorosa ribellione della tifoseria rossoblù, riportò la Nazionale a Cagliari solo al termine di un “embargo” durato diciotto anni. La pace tra l’Italia del calcio e il capoluogo sardo fu consumata, infatti, il 21 dicembre del 1989, quando al Sant’Elia la squadra di Azeglio Vicini sfidò l’Argentina di Maradona. Fu uno scialbo zero a zero, riportano le cronache: quel giorno, però, oltre ai gol, non fioccarono neppure le arance. Scusate se è poco..