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Studenti in piazza a Cagliari: “Bocciamo il governo e stiamo al fianco dei pastori”

Manifestazione studenti a Cagliari venerdì 22 febbraio 2019

Dopo le manifestazioni spontanee della settimana scorsa, gli studenti oggi tornano in piazza in occasione della mobilitazione nazionale, in cui sono coinvolte più di 50 città, per attaccare l’esecutivo e le politiche scolastiche con una netta bocciatura, e per confermare il proprio impegno solidale verso la lotta dei pastori.

Nel mirino delle proteste ci sono i «tagli all’istruzione pubblica, un’esame di maturità stravolto e il piano “Scuole Sicure” di Salvini che aumenta la repressione». Il corteo, partito da Piazza Repubblica alle ore 9, ha coinvolto centinaia di studenti provenienti da tutte le scuole del capoluogo e dell’area metropolitana.

«Manifestiamo contro i 4 miliardi di tagli all’istruzione pubblica prodotti da questo governo del finto cambiamento, che nel frattempo pensa bene di aumentare le spese militari» denuncia Federica, studentessa del liceo artistico Fois, «e che ci mette di fronte, a 4 mesi dall’esame di stato, ad una maturità completamente stravolta e ci trasforma in cavie».

Nella mobilitazione convergono anche le ragioni di una protesta, iniziata la scorsa settimana, che vede gli studenti manifestare la propria solidarietà alla causa dei pastori. «Come studenti e come sardi» chiariscono, «sentiamo il dovere manifestare la nostra solidarietà alla loro lotta, perché ci coinvolge direttamente, e perché l’unica strada del cambiamento è quella di unire le forze. Ai pastori sono stati proposti accordi francamente inaccettabili, dietro la minaccia velata dell’uso della forza per reprimere ulteriori proteste. La repressione tramite la polizia sembra essere l’unica lingua che conosce questo governo che, di fronte ai continui crolli nelle scuole che mettono in pericolo milioni di studenti in tutto il paese, preferisce installare telecamere e promuovere blitz all’interno degli edifici.
La nostra piazza parla chiaro: questo governo è nemico dei giovani così come è nemico dei lavoratori».

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