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Elezioni Regionali: intervista esclusiva a Mauro Pili, che parla del futuro della Sardegna sotto una sua eventuale guida

Mauro Pili, nato a Carbonia, classe 1966, in passato giornalista per La Nuova Sardegna e per Sardegna Uno, è il candidato che ha maturato maggiore esperienza politica. Due volte sindaco di Iglesias e già presidente della Regione Sardegna nel 2001, dopo aver militato nel Popolo delle Libertà ha poi costituito movimenti politici autonomi. Oggi è candidato alle regionali con il progetto Sardi Liberi per la libertà del Popolo Sardo

Può definire in poche parole il gruppo che la sostiene, e dove si può inquadrare per ideali e orientamento politico?

La libertà del popolo sardo è la sfida più alta, concreta, attesa e necessaria per l’emancipazione politica, economica, sociale e culturale della Sardegna. Una sfida imponente e ambiziosa per rendere la Sardegna libera da ogni genere di abuso; per valorizzarne le peculiari potenzialità culturali, economiche e sociali; per potersi autodeterminare ed essere protagonisti nelle scelte del nostro futuro. Sardi Liberi per la libertà del Popolo Sardo è un progetto moderno e autorevole per la rinascita della Sardegna. La proposta, aperta al confronto libero e partecipato, nasce dall’ambizione di unire i sardi liberi, richiamati all’unità da una radice nazionale profonda, forte e coesa, capace di superare i retaggi ideologici del novecento e unire le forze migliori nell’interesse esclusivo del Popolo Sardo. Il primo presupposto di questo manifesto nazionale è la Libertà del Popolo Sardo.

Secondo lei il reddito di cittadinanza che benefici porterà alla Sardegna?

Il reddito di cittadinanza non esiste. Non ha nessuna copertura finanziaria futura. È un imbroglio dei cinque stelle e della lega. Lo sanno tutti che dopo il mese di giugno, passate le elezioni europee, questa misura assistenzialistica è destinata ad essere cancellata. Noi pensiamo alla dignità dei giovani Sardi a cui vogliamo dare lavoro e futuro. Ed è per questo motivo che abbiamo messo al primo punto del nostro programma di governo il reddito di dignità legato al lavoro e allo sviluppo. Un piano straordinario da 1 miliardo di euro in cinque anni in grado di dare risposte compiute garantendo l’abbattimento dei costi previdenziali e contributivi fino ad incentivi in conto occupazione per tutte quelle imprese che assumeranno a tempo indeterminato i giovani sino ai cinquant’anni età.

Il lavoro rimane il più grave problema che affligge la Sardegna, che tipo di strategie metterete in campo?

La nostra prima grande sfida è quella del lavoro. Una scelta strategica sul piano economico, sociale, capace di affermare un principio fondato sulla dignità della persona. Non mero assistenzialismo temporaneo e distorsivo, ma un piano strategico in grado di restituire dignità al popolo sardo attraverso il lavoro e la produzione. In questa direzione si muovono tutte le grandi sfide che qui vengono proposte. Il grande piano straordinario del lavoro è articolato in questa prima sfida diretta alla creazione di lavoro funzionale prima di tutto al mondo dell’impresa. Il piano prevede un intervento strategico diretto della Regione in grado di generare con urgenza un incremento occupazionale legato soprattutto ai seguenti settori:
a) della produzione di beni e servizi, ivi compresi i servizi socio assistenziali;
b) del turismo, delle opere complementari alle attività turistiche e della produzione di servizi turistici. Tale piano strategico quinquennale avrà uno stanziamento complessivo di almeno un miliardo di euro (200 milioni all’anno) che sarà finalizzato alla diretta occupazione a tempo indeterminato di giovani ( fino a 50 anni) da inserire nelle aziende, prima con l’obbligo formativo e poi organicamente a tempo indeterminato. Particolare attenzione verrà posta alle politiche del lavoro rivolte alla parità di genere, aderendo in toto alla Carta di impegni per la parità.
L’assunzione diretta da parte delle aziende sarà articolata con un pacchetto finanziario complessivo a favore delle aziende. Il contributo complessivo sarà direttamente proporzionale al numero di nuovi assunti garantito dall’impresa. Le erogazioni avverranno con:
contributi in conto capitale;
contributi in conto interessi;
contributi per le spese occupazione e sgravi fiscali

I sardi non sono contenti della gestione della sanità di questi ultimi anni, dove ha sbagliato la giunta Pigliaru?

La sanità è stata gestita con l’unica ambizione di gestire potere e affari. Le liste d’attesa di anni sono la rappresentazione più evidente di una sanità che non esiste. Aver messo molti ospedali territoriali nelle condizioni di chiudere conferma una strategia fondata sulle lobby e sui poteri forti che vogliono mettere le mani sulla sanità. La sanità deve restare pubblica, efficiente, a portata di mano, garantendo sicurezza e servizi. Pensiamo di abbattere totalmente le liste d’attesa con una procedura straordinaria che prevede la diagnostica articolata su 24 ore al giorno sino al completamento delle esigenze.

L’Italia spegnerà le centrali a carbone entro sei anni. La Sardegna dipende dal termoelettrico per il 76% e non ha il metano. Come gestirebbe la questione energia Pili governatore?

Premesso che nessuno dei candidati dei partiti italiani ha la consapevolezza del disastro energetico della Sardegna bisogna prendere atto del disastro compiuto dal centro destra dal centro sinistra ed oggi dai cinque stelle e lega che rischiano di lasciare al buio la Sardegna. Servono strategie di breve medio e lungo termine. Per quanto riguarda quelle di breve e medio termine occorre per seguire due soluzioni. L’immediata trasformazione delle centrali di Porto Torres e Porto Vesme in centrale turbogas a ciclo combinato in grado di produrre anche vapore fondamentale per alcune produzioni industriali che altrimenti dovrebbero chiudere. Tale riconversione deve essere immediatamente attuata prima del 2025. A questo si aggiunge l’esigenza di connettere l’unico deposito di gnl che si sta realizzando nel porto di Oristano con la centrale di Ottana al fine di consentire la ripresa produttiva di quel polo produttivo. Contestualmente si deve mettere in campo un intervento in grado di predisporre una connessione reticolare dei 36 bacini a gas della distribuzione di gnl- metano. Tutto questo per evitare la folle idea di questa giunta regionale avallata da cinque stelle e lega di trasportare sulle strade sarde milioni di metri cubi di gas, mettendo a rischio la sicurezza delle strade e dei sardi. Infine bisogna pensare la strategia delle energie rinnovabili a partire dal rilancio del grande piano dell’isola dell’idrogeno che consente, attraverso il sole e l’acqua, di accumulare una materia prima capace di generare importanti quantitativi di energia tali da far diventare la Sardegna una delle regioni più innovative sul piano energetico.

Indipendenza, insularità o zona franca, di cosa ha bisogno la Sardegna?

Sardi liberi è l’unico movimento con un piano organico, strategico, e definito sul piano attuativo. Il piano attuativo per equilibrio della Sardegna (Paris) è l’unico in grado di perseguire il riequilibrio insulare, l’attuazione della zona franca, e meccanismi di indipendenza economica in grado di rafforzare l’ambizione all’autogoverno del popolo sardo. In questa direzione puntiamo ad attuare l’articolo 22 della legge 42 del 2009 che dispone la misurazione e la compensazione del divario insulare. Chi persegue altre strade destituite di fondamento giuridico vuole solo perdere altro tempo.

Spesso si deve scegliere tra ambiente, etica e posti di lavoro, dalla produzione di bombe ai ricci di mare, alle industrie inquinanti, è un’utopia pensare a una Sardegna che offre occupazione sfruttando l’ambiente in modo etico e sostenibile?

Noi abbiamo scelto da tempo. La Sardegna deve produrre, scommettere, investire sulle proprie risorse ambientali e naturali. Senza alcuna violazione del bene primario del Creato. Siamo contro l’industria della morte, contro le occupazioni militari, mettiamo davanti a tutto l’ambiente, nel giusto equilibrio con lo sviluppo e il lavoro. Siamo per una tutela dell’ambiente e della natura con i sardi protagonisti.

I pastori sono arrivati a buttare il frutto del loro lavoro e solo ora ci si accorge della gravità della situazione, non è da ieri che il latte costa meno dell’acqua minerale, non crede che la Regione sarebbe dovuta intervenire prima?

La gestione della vertenza da parte del governo e della Regione è scandalosa. Salvini e Solinas hanno dimostrato di essere degli incompetenti visto che si sono convinti che si debbano mungere i pastori piuttosto che le pecore. Hanno calato la maschera sia il centrosinistra che centrodestra e cinquestelle promettendo soldi agli industriali ma negando ai pastori un prezzo del latte equo rispetto ai reali costi di gestione. Mentre tutti gli altri non se ne sono mai occupati già tre anni fa il parlamento presentai una mozione che puntava all’istituzione immediata di una autority in grado di vincolare le produzioni, contingentare, stabilire il prezzo, verificare eventuali eccedenze. Tutto questo con il potere di sanzione pesante e irrevocabile. Il governo Conte Salvini e di Maio si è dimostrato totalmente incapace di affrontare un tema così delicato e serio. Salvini è anche arrivato a dire che occorreva una legge per fissare il prezzo del latte. Ha minacciato di non alzarsi dal tavolo sino a quando non sarebbe stato raggiunto il prezzo di un euro più Iva. Si è alzato dal tavolo per andare a mangiare e non è più tornato, e il prezzo è sempre fermo al punto di partenza. Costituirei subito l’authority per risolvere il problema nel giro di poche settimane.

Nominerete assessori tecnici? Avete già qualche nome?

La nostra giunta sarà composta dai migliori esperti nei settori strategici che abbiano maturato esperienze internazionali di grande livello e che abbiano un forte radicamento identitario in Sardegna. Le migliori energie saranno richiamate a servire la patria sarda.

Sette candidati, nemmeno una donna, a parte la brevissima esperienza di Ines Pisano, secondo lei è normale?

Per guidare la regione non serve una scelta di genere. Servono competenze determinazione e coraggio. Caratteristiche che possono essere tranquillamente di una donna così come di un uomo. Non mi appassiona una scelta funzionale Solo a schemi Vetus che niente hanno a che fare con le sue gente della Sardegna e del popolo sardo. Sia le donne che gli uomini hanno pari opportunità per la guida della Sardegna. Basta essere seri, determinati, coraggiosa.

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