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(VIDEO) A tu per tu con Sandro Angioni, il professore diacono che scaccia il diavolo

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Articolo di Laila Di Naro

Il suo nome non è un caso. “E’ una chiamata dal cielo”. Fin da piccolo è votato alla Madonna e a Sant’Ignazio da Laconi. Il 19 maggio 1959 nasce e sta per morire per colpa di tre giri di cordone ombelicale intorno al collo. Viene battezzato proprio con il nome Sandro Maria Ignazio Angioni. Lui è devoto ai santi. Questo bambino dagli occhi chiari e generoso diventa prima perito elettrotecnico, poi professore. Ma nel cuore ha sempre Dio e scaccia il diavolo, quando lo perseguita. Perché lui come crede in Dio è convinto anche della presenza di Satana ed è “pericoloso, meglio allontanarlo”. Si sposa da adolescente e ha tre figli. La sua famiglia, ragion di vita, non gli basta. Dentro prova un tormento quasi piacevole, che lo allontana da Sandra, sua moglie, e i suoi adorati tre figli. Lui non vuole andare via di casa. Però la chiamata che sente è martellante e invadente. Dopo la malattia di sua moglie, paziente terminale a causa di un cancro, lui prega tanto da rimuovere quella maledetta bestia che le stava massacrando il corpo. I medici rimangono basiti, gridano al miracolo. Da qui prende il coraggio e spiega alla sua famiglia che vuole diventare diacono. Sandro è un professore paziente benvoluto in classe, mette a disposizione il suo aspersorio con l’acqua benedetta, per chi vuole farsi benedire. La sua storia mi ha toccato. Ho fatto due chiacchiere con lui. Per capire il mondo delicato della Chiesa, perché persone come me, quelle che possono avere dubbi sul credere o no, forse potrebbero cambiare idea, oppure si portano i dubbi nella tomba.

Laila Di Naro e Sandro Angioni

Chi è Sandro?
«Sandro è un credente e praticante. Mi piace la casa di Dio e amo allo stesso modo la mia famiglia. A 19 anni mi sposo con Sandra e abbiamo Claudia, la nostra primogenita. Ci diplomiamo, io come perito elettrotecnico e lei come maestra elementare. Dopo 12 anni nasce Matteo, il secondogenito e successivamente Giulia, la terza. Ora sono pure nonno di quattro nipoti. E’ bello avere tutti a tavola e vedere come da due giovani sia nata una famiglia così numerosa. Tutta Grazia di Dio! Per 35 anni ho lavorato nelle grandi cucine industriali e grandi lavanderie. Nel 2000 è arrivata la vocazione diaconale che mi ha sconvolto la vita, anche quella lavorativa. Dal 2010 faccio il professore di religione cattolica (a Pula, ndr.), il delegato del Vescovo mi iscrisse per l’anno scolastico 2010/11 nell’elenco dei supplenti. Esiste anche l’impegno come coordinatore della Caritas parrocchiale, la preparazione dei fidanzati e il catechismo dei fanciulli più il servizio alla mensa eucaristica. Amo fare il diacono e amo la mia famiglia. Il mio motto è la spiegazione che do a un immagine di un dipinto disegnato da me nell’89: “Avere la libertà di volare sopra il mare di difficoltà della vita partendo dalla barca della chiesa ancorata alla roccia- Cristo!” . Extra ecclesia nulla salus! (Fuori della Chiesa non c’è salvezza n.d.r)».

Chi è il diacono?
«Per questa domanda do una risposta un pochino più istituzionale: il primo grado del Sacramento dell’Ordine che risulta composto di tre gradi: Diaconato, Presbiterato ed Episcopato».

Che cosa non deve fare rispetto al sacerdote?
«Il diacono non consacra le sacre specie, non confessa e non dà l’estrema unzione. Può fare una liturgia della parola se il presbitero è indisposto anche con la distribuzione dell’eucarestia».

Perché ha scelto il diaconato?
«Non sono io che ho scelto il diaconato ma è Dio che mi ha chiamato».

Lei è sposato con figli, la famiglia e la vocazione si sono mai scontrati?
«Certo. Ma la Grazia del Signore mi ha dato la forza di superare gli ostacoli e il cammino deve farlo anche tua moglie, incontrando le mogli degli altri diaconi! Sandra mi è stata fedele e leale. Inizialmente non accettava, pensava di essere messa in disparte. Poi ha capito. Così come i miei figli. E io ne sono grato. Perché alla chiamata di Dio non si può rinunciare. E’ come voltargli le spalle. Si potrebbe rischiare di essere un candidato per l’inferno».

Fede e rosari

Sarebbe d’accordo a riformulare il celibato per i consacrati della Chiesa, come nella Chiesa Anglicana dove è permesso il matrimonio?
«Questo non dipende da me. Per gli sposati c’è il diaconato».

La pedofilia nelle Chiesa potrebbe essere una conseguenza o solo pura perversione?
«Secondo me non è il celibato a causare la pedofilia, se uno vuole vive la sua castità con l’aiuto della Grazia del Signore. Per il resto serve più discernimento nell’accettare le persone che pensano di avere una vocazione sacerdotale».

Lei è anche un professore di religione, qual è il rapporto con gli alunni, i ragazzi di oggi, una gioventù difficile?
«Don Bosco diceva che non esistono ragazzi cattivi. Ma sosteneva che dentro ciascuno di loro c’è un germe di bontà, bisognerebbe tirarlo fuori. Questo è il compito di noi insegnanti – educatori».

Usa il termine “giovani cattivi”. Io ho usato “giovani difficili”…
«Hai ragione, bisogna avere fiducia e pazienza con i ragazzi di oggi. Il mio è un buon rapporto, li ascolto molto e cerco di dare loro risposte, bisogna discutere molto e mettersi in gioco. Spesso sono pecorelle smarrite. Io mi sento, come Gesù Buon Pastore, un pastore in mezzo a loro per riportarli nel recinto della fede».

Lei mi ha colpito perché è preparato sul rito dell’esorcismo. Lei lo pratica?
«Mi è capitato di aiutare un’amica turbata. E’ venuta da me e mi ha maledetto. In realtà implorava il mio aiuto. Aveva occhi sgranati e fissi, la voce non era quella di sempre, prepotente e maligna assordava le orecchie. Con l’autorizzazione del mio parroco l‘ho portata nel suo ufficio e l’ho benedetta. Lei ha indietreggiato. Poco dopo sono riuscito a calmarla. Bisogna stare attenti, Satana è pericoloso».

Il diavolo è davvero così diffuso nella nostra società?
«Fin da piccolo ho partecipato a sedute spiritiche con amici. Nemmeno il tempo di chiamarlo e subito si spostavano oggetti e le porte sbattevano. La paura era tanta, abbandonammo il tavolo. Sì, il diavolo è presente tra noi più di quanto voi possiate immaginare. Ascoltate le canzoni dei rapper, quasi lo invocano, assurdo. Dobbiamo temere il diavolo e credere di più in Dio».

Sandro Angioni

Le domande del video: “Il Miur propone ai docenti corsi di esorcismo? Cosa ne pensa? E’già stato chiamato a Cagliari o nell’Hinterland?”. “Ho un dubbio, mi aiuti. Lei mi ha benedetto prima di entrare in classe. Pochi secondi dopo mi è volato il cellulare dalle mani. Rotto il vetrino. Non sarò forse posseduta perché non so se credere?”

 

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