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C’è tanta Sardegna nell’ironia di Lercio, il sito satirico fondato da un cagliaritano

È appena uscito il secondo volume di Lercio. Dopo il primo “Lercio, lo sporco che fa notizia. Il libro”, questa volta i titoli e gli articoli paradossali guardano al passato. “La storia lercia del mondo. I retroscena dell’umanità” è una carrellata di notizie finte e molto, molto divertenti, su fatti mai accaduti nel corso della storia. Nel fine settimana i 4 autori sardi, Gianni Zoccheddu di Marrubiu, Albert Huliselan Canepa, che dal nome non sembra ma è di Cagliari, Alessandro Cappai e Stefano Cao anche loro cagliaritani, hanno presentato al pubblico questo nuovo volume. Dalla preistoria all’età contemporanea tante notizie inventate: “Cronaca nera, sviluppi sull’omicidio di Cesare: sul luogo del delitto rinvenuta una tavoletta con scritto #giuliostaisereno” oppure “Arca di Noè fallisce l’inchino e finisce sopra un monte” o ancora “Cristoforo Colombo sbaglia strada e scopre il Molise”.

 

Il sito Lercio.it che ha più di un milione di fan e ha vinto tutti i maggiori premi dedicati alla satira, è stato fondato da Michele Incollu. Insieme con un gruppo di ragazzi tutti aspiranti autori di satira che si incontravano nel blog di Daniele Luttazzi, “La palestra”, una volta che Lutazzi ha chiuso il blog, Incollu ha aperto un altro blog “Acido Lattico” , per poi inventarsi Lercio.it sulla falsa riga di Leggo.it di cui ricorda anche la grafica, per ironizzare su quei giornali online che vivono di click e quindi di titoloni. La redazione è formata da 23 persone, con ahimè solo una donna, per ragioni storico-culturali, non certo per volere di Lercio. Quasi nessuno è giornalista di professione, ognuno di loro nella vita si occupa di altro, ogni giorno sfornano almeno due titoli e un articolo intero. Scrivere per far ridere e fare ironia sulla attualità è molto difficile, la satira si basa su 4 pilastri, politica, sesso, religione e morte, e per far ridere colpendo il potere, senza ferire le persone deboli, rimanendo legati ai 4 pilastri, richiede un lavoro complesso.

Le centinaia di migliaia di like e condivisioni che Lercio raccoglie ogni giorno sono il frutto di un lavoro corale di tutta la redazione: «la satira è un grimaldello che apre la strada all’emancipazione sociale – hanno spiegato i 4 autori sardi- noi colpiamo il potere, da chiunque sia rappresentato, la satira non deve prendersela coi deboli, sarebbe dileggio. Lo spirito della satira è l’anarchia dissacrante, si colpiscono le persone al potere mai le vittime, l’unico limite è il buon gusto di non colpire le vittime». In realtà Lercio se la prende anche con alcune categorie di persone, che rappresentano una sorta di fenomeno sociale, che spesso assumono posizioni radicali che non accettano contraddittorio come i novax, i vegani, i grillini: « in realtà viene quasi naturale prendere in giro le categorie che si prendono troppo sul serio – spiegano i ragazzi di Lercio – e infatti sono quelli che si offendono di più, ma c’è una categoria che proprio non ama la nostra satira e sono i senesi, in particolare se si parla di Palio, allora si offendono a morte, anche i tifosi laziali: “Si rasano per solidarietà con l’amico malato di cancro, ma era diventato ultrà della Lazio” non l’hanno presa bene».

In questi titoli è evidente la differenza tra fake news e notizie inventate: «oramai il pubblico ci conosce, poi le nostre notizie sono palesemente paradossali quindi è difficile che vengano scambiate per fake news- precisano gli autori di Lercio- ma è importante distinguere: il nostro obiettivo è far ridere e far riflettere, esagerando far aprire gli occhi su certi fenomeni, certe sparate dei politici, le fake news hanno invece l’obiettivo dell’inganno, vengono create per far credere alla gente che sono veri certi fatti che in realtà non lo sono, allo scopo di estorcere voti, consensi o screditare altre persone, influenzare l’opinione pubblica». Lercio è diventato così celebre sui social che ormai è un metro di paragone per capire quanto è grossa “la sparata” del politico di turno, quando la notizia vera, sembra tanto incredibile da chiedersi se non l’abbia inventata Lercio. E la redazione di Lercio è così lungimirante che talvolta il parodosso contenuto nei suoi titoli diventa realtà: «abbiamo dovuto creare una rubrica che si chiama “Te l’avevo Lercio” in cui riportiamo notizie vere, che noi in precedenza avevamo inventato per far ridere e poi purtroppo sono diventate realtà». Insomma è proprio vero che spesso la realtà supera l’immaginazione..

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