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Coldiretti lascia il tavolo del latte: “Nostre proposte fatte, aspettiamo una risposta dagli industriali”

latte

Era stato convocato per mercoledì prossimo, il secondo incontro del tavolo del latte nel quale sarebbero andate avanti le trattative fra pastori e industriali per trovare un accordo sul prezzo del latte. Dopo due giorni di protesta e  migliaia di litri di latte versati e regalati ai consumatori, ieri è arrivata la rinuncia di Coldiretti Sardegna a partecipare al prossimo incontro del Tavolo.

«Rimangono valide le condizioni proposte – spiega – ma  non siamo disponibili ad alcun ulteriore incontro in quanto non abbiamo nessun margine di variazione nella contrattazione da noi proposta».

«Da fine settembre sia a mezzo stampa, sia attraverso ripetuti incontri presso l’assessorato all’Agricoltura – si legge in una nota stampa – abbiamo posto in particolare evidenza la gravosa situazione dei pastori della Sardegna paventata da un possibile prezzo del latte di 0,60 euro al litro».

«Fino all’ultimo abbiamo cercato di mediare qualsiasi possibilità di modifica del prezzo proposto non solo per i pastori, ma per tutta la filiera. Attraverso incontri diretti, non ufficiali, abbiamo tentato ripetutamente sino ai giorni scorsi, di convincere la trasformazione industriale a dare una maggiore remunerazione al latte di pecora. Anche giovedì scorso ci siamo appellati pubblicamente attraverso i media ad una possibile chiusura della trattativa, evidenziando una situazione esplosiva nelle campagne».

«A più riprese nel tavolo abbiamo spiegato che non sarebbe stato più possibile rinviare la decisione sul prezzo offerto, avendo come contropartita un ulteriore rimando a 6 giorni. Le nostre proposte sono state riportate e votate nel documento redatto dall’assessorato all’Agricoltura».

Di fronte a questi rinvii e vani tentativi di ascoltare e rispondere alle richieste, per Coldiretti non ci sarebbero più le condizioni per sedersi ad un tavolo «con chi fino all’ultimo è rimasto sordo e indifferente alle proposte avanzate per dare risposte al dramma dei pastori».

Coldiretti lascia quindi la parola agli industriali, ai quali spetta ora «rendere pubblico a tutti i pastori della Sardegna la propria proposta contrattuale».

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