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Regionali, Mauro Pili: “Vogliamo portare in Sardegna 10 milioni di turisti in due anni”

Mauro Pili turismo Federalberghi

Incentivare l’approdo in Sardegna dei visitatori con un’offerta competitiva, affidarsi a un piano strategico e sinergico per la formazione dei lavoratori, ripensare la continuità territoriale ed approvare una chiara e funzionale legge urbanistica: sono queste le azioni su cui punta Mauro Pili, candidato Presidente di Sardi Liberi  alle Elezioni regionali del 24 febbraio, per favorire lo sviluppo del turismo nell’Isola. Unico aspirante alla successione di Francesco Pigliaru (insieme a Massimo Zedda) presente all’incontro “Il turismo oltre le parole” organizzato da Federalberghi Sardegna, Pili ha illustrato il suo progetto evidenziandone subito la centralità all’interno del proprio programma di Governo.

«Quella legata al turismo, che considero non un settore ma un sistema economico – ha esordito infatti il due volte Presidente della Regione -, è la prima sfida da affrontare. Pertanto, se dovessi essere eletto, entro dieci giorni, provvederei ad allestire un bando ad evidenza pubblica con l’obiettivo di stimolare le compagnie aeree più prestigiose del mondo a concorrere alla missione di trasformare la Sardegna nella più importante piazza logistica del Mediterraneo per le low cost». Ciò che il leader di Sardi Liberi propone, in sintesi, è l’attualizzazione di un meccanismo sperimentato ad Alghero da Presidente della Giunta regionale nel 2002 in concerto con Ryanair, «un meccanismo per cui, per ogni passeggero sbarcato nell’Isola, il vettore convenzionato riceve dalla Regione un contributo di 10 euro finalizzato alla promozione della Sardegna in determinati spazi pubblicitari, innanzitutto europei.  Se, come stimato da tutti i report, un turista può arrivare a spendere 500 euro per la sua vacanza nell’Isola, attraverso questo strumento, la Regione, con soli dieci euro, ne potrebbe guadagnare 50 di entrata fiscale. Noi di Sardi Liberi abbiamo l’ambizione di portare in Sardegna nei prossimi due anni 10 milioni di nuovi turisti, una cifra che consentirebbe al Pil di crescere di ben 5 miliardi di euro».

Per quanto riguarda le tematiche della formazione e del lavoro applicate al turismo, Pili ha invece affermato di avere in mente il modello dell’Università del Turismo di Olbia, «un modello strategico approntato dalla mia Giunta negli anni 2002 e 2003 che come elemento cardine aveva il forte radicamento nelle strutture produttive private. Partendo da questa esperienza, oggi, Regione, associazioni di categoria e aziende devono fare squadra calibrando i percorsi formativi sulla scorta di quelle che sono le esigenze della domanda e cioè sulla base di quelle che sono le mansioni più richieste dalle imprese sarde».

Nel corso del suo intervento, l’ex esponente forzista ha poi parlato di continuità territoriale, bocciando seccamente il modello che partirà ad aprile – «è una truffa, penalizzerà fortemente turisti ed emigrati e per questo deve essere bloccato e sostituito dalla tariffa unica› -, della convenzione tra Regione e Tirrenia – «è necessario che venga revocata subito e che i contributi a passeggero siano dati a quella compagnia che offrirà una copertura su tutti i quattro porti sardi di fondamentale utilità per la connessione con il resto del Paese» – e della dannosità per la Sardegna, a suo modo di vedere, della applicazione delle tasse di sbarco e soggiorno da parte dei Comuni – «questi balzelli sono da respingere con forza, i turisti devono essere attratti» -.

Infine, in coda al suo ragionamento, Pili ha auspicato il varo della legge urbanistica e, all’interno di essa, di due norme chiare e precise che permettano «l’aumento volumetrico delle strutture che si trovano a oltre 300 metri dalla costa» e la modifica automatica «della destinazione urbanistica di quelle abbandonate».

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