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Da 40 Marlboro a 40 Km al giorno: Rossano Loi dopo il Cammino di Santa Barbara in solitaria, racconta la sua sfida più grande

«A Porto Flavia sono salito più in alto della capre, a Piscinas, sulle dune ero completamente solo, mi sono guardato intorno è ho pensato: oggi tutto questo è solo mio. È stata un’esperienza meravigliosa, non solo per i luoghi, ho incontrato persone gentili, ospitali, è stato faticoso ma bellissimo». Rossano Loi racconta la profonda sensazione di libertà e lo strettissimo legame con la natura che quest’ultima difficile sfida gli ha regalato. È sempre stato amante dello sport, ha praticato basket, calcio, tennis ed è stato campione regionale di tennis tavolo, ha fatto per tanti anni l’allenatore di calcio.

Attualmente dirige la scuola calcio Giovanni Meloni a Villacidro, il suo amato paese, e allena allievi che hanno dai 5 ai 10 anni. Ieri ha concluso il Cammino di Santa Barbara, una sfida con una nobile finalità, quella di promuovere il territorio della zona, in particolare di Villacidro.Ma prima di approdare a questa sua ultima fatica il protagonista di questa storia ha vissuto un percorso di rinascita fisica, che lo ha portato a superare, a 50 anni delle sfide davvero incredibili. Siamo nel duemila, Rossano fuma 40 Marlboro e beve 10 caffè al giorno, mangia “solo porcherie” sta mettendo il suo fisico così a dura prova che non riesce più a finire una partita a tennis. Decide di smettere di fumare, e con la determinazione che lo contraddistingue, ci riesce presto, ma questo in breve tempo lo porta a ingrassare di più di 10 chili.

Così indossa i pantaloncini e si dà al jogging. Inizia ad appassionarsi alla corsa e un giorno quasi per scherzo, due amici lo convincono a partecipare a una gara, la Gara del Lago, una corsa di 11 chilometri, che si svolge a Villacidro. Rossano supera brillantemente la prova e si rende conto che in quel momento della sua vita la maratona è lo sport che fa per lui. Sta per compiere 50 anni, è un tipo tosto, testardo “alla sarda”, e anche se i 42 chilometri di una maratona gli sembrano inarrivabili, si mette in testa di affrontarla e addirittura si prefigge un tempo. «La prima maratona ufficiale disponibile era quella di Berlino – racconta Rossano- ma si disputava da lì a 10 settimane. Per me già finirla sarebbe stato un sogno.

I runners dilettanti mediamente la finiscono in 4 ore, scendere sotto quel risultato è già un traguardo, io ho fatto 3 ore e 40 e da quel momento non sono più riuscito a fermarmi». Per il nostro maratoneta dunque il richiamo della sfida diventa irresistibile, 3 mesi dopo partecipa a un’altra maratona e scende sotto i 3 e 25, e un anno dopo torna a Berlino e chiude in 3 ore e 10 minuti. New York, Amsterdam, Parigi, Vienna, Monaco, Roma, sono tante le maratone che Rossano affronta nel corso degli anni. «Cominciavo ad annoiarmi, avevo bisogno di sfide più difficili – prosegue il tecnico di Villacidro- dovevo sollevare l’asticella, così ho deciso di abbandonare la corsa su strada per dedicarmi a una corsa che mi affascinava, la 100 chilometri del Sahara». Ancora una volta Rossano vince la sfida, la corsa si presenta difficile e pesante ma lui che si è preparato da solo, tra il Poetto, Gonnesa e le dune di Piscinas, non solo porta a termine la competizione, ma si piazza 19esimo su 154 partecipanti da tutto il mondo e primo nella sua categoria, i master 55.

«Questa esperienza mi ha cambiato la vita – spiega il runner sardo- sia dal punto di vista sportivo che umano. Ho conosciuto persone fantastiche con le quali sono rimasto in contatto, ho ritrovato una vita semplice, ti dimentichi della tecnologia in quei momenti a parli tanto, con i compagni di corsa, con te stesso». Di questa esperienza Rossano farà tesoro, e gli tornerà utile qualche anno dopo quando deciderà di percorrere il Cammino di Santa Barbara. Dopo il deserto il protagonista di questa storia compie un altro passo verso la sua ultima sfida, si dedica alle corse di montagna e parte subito con una gara difficilissima quella del Monte Rosa con un dislivello di 4mila metri in appena tre chilometri. Poi affronta il Monte Bianco e così abitua il suo corpo a tollerare i dislivelli. Negli ultimi tempi però Rossano ha perso un po’ entusiasmo, aveva bisogno di nuovi stimoli e ha deciso di affrontare una nuova sfida, non chissà dove, ma partendo proprio da casa sua, da Villacidro e facendovi ritorno dopo 8 giorni e 420 chilometri di cammino.

Decide di affrontare il Cammino di Santa Barbara, ma riducendo i tempi di due giorni, visto che il tempo più breve in cui era stato percorso fino a quel momento era 10 giorni. Non è però solo la sfida fine a stessa l’obiettivo del maratoneta, è anche quello di promuovere il territorio, di far conoscere attraverso la risonanza che può avere la sua impresa, le bellezze di Villacidro. Proprio per questo durante tutto il cammino Rossano ha aggiornato costantemente il suo percorso sui social, pubblicando bellissime foto delle sue tappe.

«Dietro questi 8 giorni c’è una preparazione lunga e complessa- afferma il maratoneta- non è semplice, nei 420 chilometri ci sono 14mila metri di dislivello, quando fai un percorso così in autonomia devi prevedere tutto nel dettaglio, dove dormire, dove procurarti il cibo, lo zaino dere restare il più leggero possibile, ma ci sono nel Cammino lunghissimi tratti dove non esistono negozi in cui approvvigionarsi. Nell’ultima tappa a Montevecchio infatti sono rimasto senza cibo, per fortuna sono riuscito a rimediare delle scorte grazie a Ivan, il proprietario dell’unico B&B del posto, Montevecchio Magica, altrimenti avrei dovuto saltare il pasto». Rossano si prepara da solo, adotta metodi spartani, nello zaino solo banane, cioccolato, e qualche cubetto di parmigiano. Nessun metodo tecnologico per abbattere la fatica, ma un bel rimedio della nonna: alla fine della giornata di cammino un bel pediluvio ghiacciato. Alle 20 a letto, alle 6 in cammino.

L’avventura organizzata da Rossano Loi è cominciata sabato 26 Gennaio, dalla chiesa di Santa Barbara di Villacidro, la seconda tappa da San Benedetto a Miniera Rosas passando per Domusnovas e Orbai dove Rossano ha rischiato di perdersi. Poi il percorso prevedeva Nuxis, Santadi, ancora ilgiorno successivo, Masainas , Sant’Antioco e Carbonia. Da Carbonia a Iglesias passando per Nuraxi Figus e Bacu Abis. Il percorso si fa ancora più affascinante e ricco di storia, anche quella mineraria che caratterizza il Cammino: Nebida, Masua e Bugerru. Da Bugerru a Montevecchio, nelle incantevoli Portixeddu, Scivu e Piscinas e infine l’ultimo giorno da Montevecchio a casa, a Villacidro, passando per Arbus e Perd’ e Pibera. I bellissimi scatti di Rossano testimoniano di un cammino meraviglioso con panorami mozzafiato che riempiono gli occhi e il cuore e se anche non si percorrono con i tempi record di un uomo che sfida sempre se stesso, regalano un esperienza indimenticabile. «La prossima sfida? Mi piacerebbe fare la Marathon des Sable, nel deserto del Marocco- conclude Rossano – 280 chilometri in 6 tappe e ti devi portare tutto, l’organizzazione ti dà solo l’acqua. Il problema è che è molto costosa, ma prima o poi riuscirò a partecipare».

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