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Caso di Valentina Pitzalis. I risultati delle analisi: Manuel era già morto prima del rogo

manuel piredda

Manuel Piredda e Valentina Pitzalis

Il cadavere di Manuel Piredda, muratore di Gonnesa, morto a 27 anni il 18 aprile 2011 nell’incendio nella sua casa di Bacu Abis, era stato riesumato per permettere ai due periti del Gip di Cagliari di verificare la veridicità della versione che di quel rogo ne diede l’unica superstite, la ex moglie Valentina Pitzalis. La donna era rimasta sfigurata nell’incendio e ha sin da subito accusato il marito di aver appiccato l’incendio, nel tentativo di ucciderla, cospargendola di benzina e dandole fuoco.

Dopo l’esposto della famiglia del giovane, però, nell’agosto 2017 le indagini sono state riaperte e il Gip. L’incidente probatorio chiesto dal giudice ha evidenziato che nel cadavere non sono presenti ferite d’arma da fuoco o lesioni provocate da oggetti contundenti; non ci sono fratture e lesioni del cranio. Il giovane non sarebbe morto né per avvelenamento, né per traumi esterni e non sarebbe stato nemmeno l’incendio ad ucciderlo, perché nei resti dei polmoni non sarebbero state trovate tracce di fumo.

Con la riapertura delle indagini era stata indagata, con l’accusa di incendio doloso e omicidio, Valentina Pitzalis diventata un simbolo in Italia, e non solo, della violenza sulle donne. All’epoca dei fatti, le analisi svolte sui resti dell’incendio avevano avvalorato il racconto che la donna aveva fatto ai soccorritori, confermando quindi che la morte di Piredda fosse la conseguenza accidentale del tentativo del giovane di uccidere la moglie.

Ora si riapre la partita fra i legali di entrambe le parti, per Valentina Pitzalis c’è l’avvocata Adriana Onorato, mentre per i familiari di Manuel Piredda ci sono Flavio Locci e Stefano Marcialis.

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