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Giacobbo ancora in Sardegna: i soldati Shardana che proteggevano il faraone Ramses, erano sardi?

Questa volta niente cunicoli tra le rocce, ma gli spazi aperti e il panorama mozzafiato della Penisola del Sinis, nella puntata andata in onda ieri sera su Retequattro. Siamo a Tharros e Giacobbo racconta degli Shardana, i soldati valorosi e fedelissimi che proteggevano il faraone Ramses. Erano 520 soldati scelti che avevano combattuto in una delle più imponenti e sanguinose battaglie che la storia ricordi, Qadesh, nel 1274 a. C., tra Egizi e Ittiti e come si legge in un’iscrizione di Luxor, nel tempio funerario del più grande faraone di tutti i tempi, venivano da un’isola nel cuore del Grande Verde, il nome con cui gli antichi chiamavano il mediterraneo. Il pensiero va subito alla Sardegna, anche perché effettivamente l’iscrizione di Luxor non è l’unico legame tra i Shardana e la Sardegna.

In questa puntata di freedom-oltre il confine, Giacobbo ipotizza che i soldati Shardana fossero proprio soldati nuragici. Dall’Egitto si passa al Nuraghe Losa coevo, più o meno rispetto alla battaglia di Qadesh. Ancora non del tutto dimostrata la funzione dei nuraghe, che probabilmente ne avevano più di una, anche quella di fortezza, ed è probabile quindi, come fa notare il giornalista di Voyager, dall’abbigliamento dei bronzetti e dei Giganti di Mont’e Prama, che i nuragici non fossero una popolazione mite, ma organizzata anche per le battaglie contro nemici, invasori venuti dal mare. Un altro riferimento alla parola Shardana si trova nella stele di Nora e per mostrarcelo, le telecamere di Freedom si spostano a Cagliari, al Museo Archeologico.

Sulla stele ci sono incise delle parole, i fenici non usavano le vocali, e scrivevano da destra verso sinistra, quindi la parola “NDRS” se letta al contrario, “SRDN”presenta indubbiamente un assonanza con la parola Shardana. Ma quello che colpisce maggiormente è la somiglianza che i bronzetti e le statue dei Giganti rinvenuti in Sardegna, per i copricapo con le corna, il gonnellino e lo scudo, presentano con i soldati del faraone rappresentati nei geroglifici. Giacobbo va a trovare un artigiano, Carmine Piras, che riproduce le armi a misura naturale, copiando quelle dei bronzetti. Tra le varie riproduzioni dell’artigiano, ci sono anche delle imbarcazioni. E questo è uno dei nodi più dubbi della teoria dei Shardana di origine sarda. Si è sempre pensato che i nuragici non navigassero, che non si spostassero dall’Isola.

Tuttavia negli scavi sono state ritrovate delle lanterne a forma di imbarcazione che sul bordo hanno riprodotti degli uccelli. Ora è risaputo che i pescatori di un tempo erano soliti portare con loro dei piccioni maschi, in caso di perdita della rotta legavano la zampa agli uccelli con una lunga cordicella e lasciavano che i piccioni volassero per raggiungere la loro compagna seguendone la direzione. A questa ipotesi si obietta la mancanza di porti risalenti all’epoca nuragica, ma è anche vero che il livello del mare si è notevolmente alzato e che i porti potrebbero essere stati sommersi.

Al museo archeologico di Cagliari sono custoditi alcuni bellissimi scarabei egiziani, rinvenuti negli scavi archeologici, dunque che vi sia stato un contatto tra le le due popolazioni è certo. Ciò che manca, come ha spiegato l’archeologo della Soprintendenza di Cagliari e Oristano, Alessandro Usai, è la prova che uomini della civiltà nuragica siano stati in Egitto e vi siano rimasti abbastanza a lungo da lasciare qualche testimonianza della loro civiltà che in Egitto non è mai stata trovata. Questi dubbi invece non li nutrono i docenti dell’Università di Qena, secondo i quali è certo che gli Shardana, i valorosi soldati del faraone Ramses provenissero dalla Sardegna, tanto da insegnarlo agli studenti.

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