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(Video) Sardinian Job Day, Pigliaru a Vistanet: il reddito di cittadinanza è un sostegno passivo, meglio il reddito di inclusione e la politica attiva

Oggi e domani alla Fiera di Cagliari si tiene il Sardinian Job Day, un’occasione per far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro in Sardegna, alla presentazione oltre al direttore di Aspal, Agenzia Sarda per le Politiche del lavoro, Massimo Temussi e il Governatore Francesco Pigliaru anche IBM e Huawei, due importanti aziende che hanno deciso di investire in Sardegna. Presenti anche Max Sirena skipper team di Luna Rossa e Loris Capirossi, che non ha bisogno di presentazioni. Si è parlato di innovazione, nuove tecnologie. Di lavori che cambiano e si trasformano e della necessità di mettere in rete il più possibile le aziende che cercano figure professionali e lavoratori che cercano un’occupazione.

Il Governatore Pigliaru ha spiegato che in questi ultimi anni si è fatto molto per favorire la formazione di nuovi posti di lavoro, in particolare con la riforma dei centri per l’impiego: «nei paesi sviluppati, nei centri che si occupano di trovare lavoro, mediamente ogni impiegato si occupa di 40 disoccupati- ha spiegato il Governatore- in Italia la media è di 400 disoccupati per ogni impiegato. In Sardegna siamo riusciti, potenziando il personale, ad abbassare questa media a 100 persone in cerca di lavoro per ogni impiegato». Pigliaru ha ammesso che il vero tema in Sardegna, che merita priorità assoluta è il lavoro, ma ha criticato, la misura messa in campo dal Governo nazionale, il reddito di cittadinanza.

«Noi abbiamo istituito il reddito di inclusione sociale già 2 anni fa, ha dichiarato Pigliaru- crediamo nella necessità del sostegno al reddito di chi è in difficoltà, il problema è come farlo questo sostegno. Il reddito di cittadinanza è un po’ ambiguo, fa pensare a qualcosa di passivo. Quello che facciamo noi invece si coniuga con una politica attiva, che chiede alle persone di impegnarsi ad investire su loro stesse, perché domani non abbiano più bisogno di questo reddito di sostegno, lo abbiamo fatto prima di tutti fornendo anche uno strumento fondamentale: i centri per l’impiego». Al Sardinian Job Day ci si occupa di lavoro, sia da un punto di vista pratico, promuovendo migliaia di colloqui di lavoro che si terranno tra oggi e domani alla Fiera di Cagliari che da un punto di vista teorico, orientando i giovani nella scelta del corso di studi e insegnando loro come muoversi nel mondo del lavoro. Se è vero che inevitabilmente le professioni più ricercate sono quelle legate alle nuove tecnologie è anche vero, come affermano i rappresentanti di grandi imprese presenti, come IBM e Huawei, servono anche laureati in filosofia e sociologia perché il tema dell’etica è imprescindibile dall’attività di qualsiasi grande azienda. Inoltre, i giovani che si approcciano al mondo del lavoro non solo devono essere in possesso delle competenze necessarie, ma devono anche essere dotati di creatività e fantasia doti fondamentali per i dipendenti di un’azienda che vuole sempre crescere e migliorarsi.

 

Certo le affermazioni positive e ottimistiche che arrivano dai dirigenti delle aziende e dai rappresentanti delle istituzioni stridono con la realtà appena fuori dal padiglione dei congressi: una fila interminabile di persone che attende per un colloquio di lavoro. Molte di queste persone sono iscritte alle liste di collocamento da anni e non sono mai state chiamate per un lavoro, ma secondo l’imminente attuazione del reddito di cittadinanza, si vedranno proporre tre offerte di lavoro entro 18 mesi. «Non credo sia realistico affermare che si possano proporre tre posti di lavoro in 18 mesi – ha concluso il Governatore della Sardegna uscente- forse in Sardegna un po’ più realistico che altrove, perché qui abbiamo fatto un grande investimento sui centri per l’impiego, che nel resto d’Italia non è stato fatto, noi abbiamo una rete di uffici con 800 persone impiegate, che è molto più professionale, organizzata ed efficace che nel resto d’Italia».

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