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Gramsci in mostra a Cesena: per la prima volta le sue riviste letterarie accanto ai Quaderni del carcere

I quaderni di Antonio Gramsci e alcune sue riviste ritrovate a Ghilarza sono esposte a Cesena nella mostra intitolata “Gramsci. I Quaderni del carcere e le riviste ritrovate”, inaugurata giovedì scorso presso la Sala San Giorgio della Biblioteca Malatestiana e realizzata dalla Fondazione Gramsci Onlus.

Oltre ai 33 quaderni del carcere scritti da Gramsci fra il 1929 e il 1935, il pubblico potrà vedere per la prima volta i due quaderni ricevuti a Turi nel 1933 e lasciati in bianco; dell’esposizione fanno parte anche alcune sue riviste ritrovate di recente a Ghilarza.

È stato infatti proprio il ritrovamento di queste riviste letterarie e d’avanguardia, collezionate dal giovane Antonio, a rendere necessaria una modifica nell’allestimento della mostra, rispetto a quella presentata a a Roma, Cagliari, Torino e Londra. Le riviste sono quelle alle quali era abbonato il giovane Antonio studente del ginnasio a Santu Lussurgiu, poi allievo del Liceo Dettori di Cagliari e infine studente universitario a Torino.

Le riviste facevano parte della biblioteca personale che il giovane Gramsci aveva voluto costruire nella sua casa di famiglia a Ghilarza e che continuò ad aggiornare con l’invio di nuovi libri e riviste. La collezione è composta dalle testate “Il Marzocco” (1907-1911), “Le cronache letterarie”(1909-1911), “La Lupa” (1910-1911), “Piemonte” (1911-1912), “La Voce (1910-1914), L’Unità. Problemi della vita italiana” (1911-1913) e “Patria” (1912).

Il ritrovamento delle riviste arricchisce il ritratto del giovane Gramsci di nuovi elementi biografici e permette agli studiosi di accedere a fonti che hanno contribuito alla sua formazione culturale in Sardegna; fra queste un ruolo non secondario, per molteplici aspetti, ebbero le riviste di inizio Novecento.

Integrano l’esposizione una piccola selezione di libri provenienti dalla biblioteca di Ghilarza e di schede di lettura facenti parte dello schedario bibliografico redatto da Gramsci negli anni del liceo e dell’università. Come sottolineato dallo stesso curatore della mostra: «I collegamenti che si possono stabilire fra manoscritti del carcere, riviste, libri e schede retrodatano agli anni trascorsi in Sardegna la conquista di una già significativa maturità culturale».

La mostra è promossa dal Comune di Cesena con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Casa Museo di Antonio Gramsci di Ghilarza Onlus, dalla Fondazione Radici della sinistra di Cesena e con il contributo di Formula Servizi.

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