Site icon cagliari.vistanet.it

Vertenza accantonamenti, la Consulta dà ragione alla Regione: Paci «lo Stato ci deve 285 milioni»

La Sardegna vince il ricorso sugli accantonamenti in Corte Costituzionale contro l’ultima Finanziaria del Governo Gentiloni. «Noi abbiamo sempre chiesto una cosa sola – ha dichiarato il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru– quando lo Stato ci sottrae delle risorse ci deve spiegare quali criteri adotta per farlo, e fino ad ora non l’ha fatto. La sentenza mette inoltre molta enfasi sui criteri da utilizzare, tra i quali sottolinea la necessità di valutare il contesto economico, l’attribuzione alla Regione di risorse adeguate a perseguire le sue prerogative e il calcolo dei costi dovuti all’insularità». Il Governo, è ora obbligato a dare immediata attuazione alla sentenza cercando un accordo per definire una cifra equa, scrivono i giudici, sottolineando in modo netto due principi: la “ragione erariale”, ovvero la necessità di incassare denaro dalle Regioni per far fronte al debito pubblico, non può essere un “principio tiranno”.

Non solo: il legislatore, scrivono sempre i giudici, dispone di una discrezionalità “limitata” dagli effetti delle sentenze della Corte Costituzionale. Ovvero: il Governo non può fare quello che vuole, deve rispettare le indicazioni della Corte derivanti da un contenzioso e cercare un accordo con la Regione.  La decisione di impugnare la Finanziaria nazionale 2018 per la terza volta di fila è arrivata dopo quasi un anno, il 2017, di inutili tentativi di trovare un accordo. Numerosi gli incontri a Roma, con i sottosegretari agli Affari Regionali Bressa e alla Presidenza del Consiglio Boschi, l’ultimo con lo stesso premier Gentiloni: ma da parte del Governo non è mai arrivata una sola proposta concreta, e nella Finanziaria nazionale è stata inserita una quota accantonamenti a carico della Sardegna ancora molto alta e mai concordata.

Il confronto è ripreso nel 2018 con il nuovo Governo Cinque Stelle-Lega. Anche in questo caso, però, non è arrivata nessuna risposta: da luglio a oggi la Regione ha inviato 6 lettere per sollecitare l’avvio di una trattativa. A novembre scorso, primo (e unico) incontro a Roma che non ha avuto alcun seguito, nonostante le promesse di una riconvocazione a stretto giro e le successive sollecitazioni della Regione. «Lo Stato deve applicare le sentenze entro l’anno finanziario, immediatamente, entro il 31 gennaio – ha concluso Pigliaru- noi ci aspettiamo di essere convocati subito a Roma e la restituzione degli accantonamenti del 2018 da 285 milioni, in ogni caso già lunedì scriverò al premier Conte».

Exit mobile version