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Riconversione della Rwm. Dal Comune di Cagliari il no alla fabbrica di morte nel Sulcis

Le bombe prodotte nella fabbrica di Domusnovas

Le bombe prodotte nella fabbrica di Domusnovas

La riconversione della Rwm . Il Comune di Cagliari dice no alla fabbricazione di bombe nel Sulcis. È quanto emerso dalla conferenza stampa al palazzo civico di via Roma, relativa la presentazione delle iniziative relative alla “questione” degli ordigni prodotti dalla Rwm di Domusnovas ed esportate in Arabia Saudita per la guerra contro lo Yemen. Un conflitto giunto al suo quarto anno, con più di 22 milioni di persone che necessitano assistenza. All’indomani dal sit – in di protesta dei pacifisti sardi a Roma, davanti alla sede Rai di viale Mazzini, in seguito alla scelta della Federcalcio di far giocare la finale della Supercoppa in Medioriente, la conferenza a Palazzo Bacaredda. Tra i presenti la consigliera Rita Polo, presidente della Commissione delle Politiche Sociali, Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita per il Comitato per la Riconversione della Rwm, Italia Nostra Sardegna e la Confederazione Sindacale Sarda.
In particolare, il Comitato per la Riconversione della Rwm ha dichiarato la sua assoluta contrarietà alla fabbricazione in Italia di armi e materiale bellico destinato ai Paesi in conflitto. Dopo le numerose istanze e azioni, nonché la realizzazione del cosiddetto “modello Iglesias “, per un intervento sul territorio volto allo sviluppo di un’economia sostenibile, il Comitato ha ricordato il ripudio della guerra come principio fondamentale della Costituzione italiana. 《Noi chiediamo al governo di non assecondare questo processo di alimentazione della guerra. Salvaguardando il lavoro. Il problema va affrontato in termini globali, una giustizia per tutti》. Prossimo step, domani, con il ricorso al Tar presentato dal Comitato per la Riconversione della Rwm e da altre realtà, contro una classe politica considerata eccessivamente compiacente.


Una fabbrica, quella di Domusnovas, che al momento dà da lavorare a circa 350 operai, ma destinato, forse ad aumentare, per una produzione di bombe in escalation. Una preoccupazione legittima riguarda proprio la riqualificazione dei lavoratori: 《Il diritto al lavoro deve andare di pari passo con il diritto alla vita. Esistono delle leggi che possono accompagnare la Riconversione industriale e vanno adottate》ha dichiarato la consigliera Rita Polo.
Dal 2014, dall’altra parte del Mediterraneo si è combattuto una guerra quasi “dimenticata” e quasi le vittime non si contano più, soprattutto tra i civili e bambini. Miliardi di euro di armi vendute ai paesi dell’area mediorientali, i principali acquirenti. 《Una banalità del male che coinvolge tutti》 come dichiarato dalla Css 《non possiamo perdere il senso di fare politica, ovvero agire per la comunità》. Rimane aperto il problema dell’attraversamento delle armi in Sardegna. 《Il comune di Cagliari chiede che si rispettino le leggi ma che si difendano i lavoratori e lo sviluppo del territorio》 le parole della consigliera Rita Polo.
Ma quale prospettiva può avere la Rwm senza bombe? Se lo chiede la Confederazione Sindacale Sarda 《c’è bisogno di un intervento di verifica sul territorio》 spiega Giacomo Meloni 《 Le alternative possono essere le energie rinnovabili. La Sardegna può rappresentare un esempio ma ci vuole l’ impegno della politica per una produzione compatibile con il territorio. Questa è una rivoluzione globale. Un’ Isola felice senza le forze energetiche derivanti dal fossile. Chi produce morte non fa lavoro》.
Da Sardegna Pulita, la voce infuocata di Angelo Cremone, fresco di trasferta oltremare: 《Il sindaco di Iglesias ha fatto un anno fa una delibera simile contro le bombe e per la pace. Poi ha concesso che si triplicasse la fabbricazione. Unica differenza con Zedda? È che quest’ultimo è in campagna elettorale. Per serietà, domani il primo cittadino cagliaritano dovrebbe impedire il transito del carico di bombe sul territorio 》.

 

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