«Non posso che essere riconoscente al sentimento di solidarietà femminile – ha affermato Ines Pisano– e rispetto del principio di effettiva partecipazione alla competizione elettorale manifestato dalla consigliera regionale che con il suo atto di generosità ha consentito all’unica donna in corsa di poter superare un ostacolo burocratico, come peraltro già fatto da circa dieci altri consiglieri nei confronti di altre liste». Non meno di 6mila e cinquecento firme secondo un sistema vecchio tutto basato su moduli firme cartacei. Un meccanismo complesso e lento che avrebbe richiesto tempi e risorse che il magistrato di Bosa correndo per le regionali senza l’appoggio di alcun partito avrebbe dovuto sostenere con le sole proprie forze. Lo statuto speciale della Sardegna consentirebbe di emanare un regolamento per procedure digitali, ma al momento, come ha fatto notare la stessa Pisano non è stato mai applicato.
Le istruzione operative per la presentazione della candidatura prevedono che la raccolta di firme non sia necessaria quando un consigliere regionale uscente appoggia la lista. Grazie alla disponibilità della consigliera regionale del Pd, Daniela Forma, che ha appoggiato la lista civica della Pisano, dunque almeno questo ostacolo, è stato superato. Tuttavia il percorso verso le elezioni è ancora tutto in salita, per l’unica candidata donna di queste elezioni regionali.
«Per la mia lista civica la corsa a ostacoli è tutt’altro che finita – ha concluso la Pisano- perché la legge elettorale non mi consente di cercare finanziamenti fino a domani, indispensabili per pubblicizzare il mio programma, la mia lista e la mia persona. Ritengo che anche questo sarà un fondamentale pre test elettorale». Dunque da domani partirà anche la raccolta dei finanziamenti per sostenere una campagna elettorale complessa, con ben 7 candidati in corsa di cui una sola donna. Al momento l’unico candidato a dover raccogliere le firme è Francesco Desogus, del M5S per il quale nessuno consigliere uscente sostiene la lista.