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Detenuti e cani randagi, insieme per uscire dal buio: nel carcere di Uta il progetto “Usciamo dalle gabbie”

Detenuti e cani insieme per provare a rinascere. Questo è uno degli obiettivi del progetto “Usciamo dalle gabbie”, che partirà a breve nel carcere di Uta grazie a un finanziamento della Regione Sardegna di circa 170 mila euro inserito nella legge finanziaria regionale su proposta della consigliera e avvocata Anna Maria Busia.

Si tratta di un’iniziativa senza precedenti in Italia (esiste già negli Stati Uniti) che vedrà coinvolti una ventina di detenuti modello del penitenziario in provincia di Cagliari, i quali dovranno prendersi cura giorno e notte degli amici a quattro zampe, rigorosamente randagi attualmente ospitati nei canili e nei rifugi. «Abbiamo già condotto un esperimento di questo tipo all’interno di questa struttura dal 2016 al 2018 – spiega Claudia Zito, docente di italiano proprio nel carcere di Uta – Alcuni istruttori cinofili altamente specializzati hanno insegnato ai detenuti come prendersi cura dei cani e come educarli: c’è stato un riscontro più che positivo da parte loro».

E proprio l’entusiasmo dei detenuti per questa iniziativa ha spinto la consigliera Busia a chiedere il finanziamento regionale che renderà questo esperimento duraturo: «Sono molto soddisfatta di essere riuscita a ottenerlo – afferma – Ora partiamo dal carcere di Uta, ma non è escluso che in futuro possa essere replicato anche in altri penitenziari sardi». Per chi vive la difficile realtà della detenzione, questa può essere una forma di riscatto e l’inizio di una nuova vita, come ribadisce il direttore della casa circondariale, Marco Porcu: «Al termine di quello che è un vero e proprio corso di formazione, i detenuti che lo avranno superato riceveranno un attestato con qualifica e, quando finiranno di scontare la pena e usciranno, potranno trovare lavoro come educatori cinofili».

Andrea Cristofori, istruttore professionista che ha impartito le lezioni durante l’ “esperimento” in questi tre anni e che lo farà anche con l’avvio del progetto definitivo “Usciamo dalle gabbie”, rassicura gli animalisti: «Proprio in quanto esperti e professionisti, garantiamo ai cani la massima sicurezza e la massima cura; per il progetto ne selezioneremo con scrupolosità una decina: il contatto con i detenuti che, grazie ai corsi di formazione, li educheranno, farà sì che potranno essere recuperati e, dunque, pronti per essere adottati». Il messaggio è chiaro: anche quando si ha un passato problematico alle spalle, se ne può uscire e tornare a vivere una vita dignitosa. Vale sia per gli uomini che per i nostri amici a quattro zampe. E questo messaggio, i detenuti del carcere di Uta l’hanno recepito.

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