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Guspini: potrebbe riaprire prestissimo il centro di riabilitazione Santa Maria Assunta

 

 

Il centro fu fondato nel 2008 dalla fondazione Guspini per la Vita e ha funzionato benissimo, ma una gestione non esattamente prudente ha posto la struttura in una posizione debitoria con i fornitori, con il personale e con le banche che alla fine ha portato a un crack finanziario per debiti che ammontano a 23 milioni di euro. Dal 2010 la gestione è passata dalla Fondazione alla Asl 6, ma quest’ultima nel 2012, visto che non c’erano le premesse per un impegno da parte della giunta regionale ne ha stabilito la chiusura definitiva. Durante l’amministrazione Cappellacci , l’assessore Liori, aveva sottoscritto un impegno, un’intesa con l’allora presidente della fondazione, Tarcisio Agus perché fosse la Regione ad acquisire la struttura, purtroppo però questo accordo non fu mai formalizzato attraverso un atto della giunta e non se ne fece più nulla.

Nel 2017 in occasione della legge finanziaria, è stato approvato un emendamento presentato dalla consigliera Rossella Pinna, ex sindaca di Guspini, che prevede che all’Ats venga data l’autorizzazione per l’acquisizione anche attraverso un mutuo o altre forme di accesso al credito, del centro di riabilitazione Santa Maria Assunta di Guspini. Successivamente quando è stata approvata la riforma della rete ospedaliera, nella parte relativa alla sanità privata è stato accolto un emendamento sempre firmato dalla consigliera Rossella Pinna, che prevedeva che qualora l’Ats non fosse in grado di acquisire direttamente potesse fare ricorso a una sperimentazione gestionale, attraverso una gestione cioè pubblico-privata. «Qualche giorno fa, il 21 novembre -afferma soddisfatta Rossella Pinna- la giunta regionale ha approvato una delibera in cui si dice che tutti i servizi della riabilitazione della Sardegna che ammontano a 56 milioni di euro, saranno gestiti attraverso un consorzio pubblico-privato, costituito da Ats e da un privato».

Proprio stamattina sul sito Ats è comparsa la delibera del direttore generale che recepisce la delibera della giunta del 21 novembre, nella quale si da mandato affinché entro 60 giorni, si costituisca la società. «L’unica nota positiva in questi anni di chiusura– racconta la Pinna- è stata che grazie anche all’attenzione del commissario liquidatore nominato dal tribunale, Carlo Piras, la struttura è stata tenuta in efficienza e controllata da un servizio di guardiania. Quindi almeno per i servizi ambulatoriali, potrebbe essere riaperta in tempi brevissimi». Si tratta di una svolta positiva non solo per tutti quei pazienti del Medio Campidano che erano costretti a spostarsi per le terapie, ma anche per le nuove opportunità di lavoro, quando la struttura era a pieno regime dava occupazione a più di 60 persone, vista anche l’imminente e a quanto pare inevitabile chiusura dell’Aias, questa riapertura appare quanto mai necessaria.

«Il mio mandato in consiglio regionale non dico che sia rivolto solo a questo, ma mi è stato affidato, dai miei concittadini, dai pazienti del centro e dai loro familiari, dagli operatori – conclude Rossella Pinna- perché io facessi di questa battaglia per la riapertura della struttura, la mia priorità. E per me ottenere questo risultato costituisce una grande soddisfazione, la vittoria ovviamente non è solo mia, io ho guidato il treno, ma nei vagoni c’erano le organizzazioni sindacali, i comuni della zona, i cittadini. Anche in consiglio non sono stata sola, i colleghi del PD, della maggioranza e anche alcuni della minoranza, mi hanno sostenuta. La struttura ha molte potenzialità, adesso è prematuro parlare di numeri, ma si potranno creare molti posti di lavoro, se si aprono tutti i reparti si può parlare di un centinaio di posti di lavoratori, come previsto anche nella rete ospedaliera, ci sarà anche l’hospice».

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