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(VIDEO) Sentenza Magherini, anche in Sardegna diverse associazioni manifestano il dissenso

La clamorosa confessione del carabiniere coinvolto nel caso Cucchi, aveva riacceso la speranza dei familiari di altre persone decedute anche nell’Isola, mentre erano sotto la custodia delle forze dell’ordine, in circostanze poco chiare, di ottenere giustizia. Inoltre la proiezione del film “Sulla mia pelle” seguita da dibattiti e testimonianze dirette, in Sardegna tra ottobre e novembre, anche ad Alghero, Villacidro e Cagliari, ha suscitato grande interesse e partecipazione. Per questo ad Alghero e Cagliari si terranno diverse iniziative in segno di solidarietà verso la famiglia Magherini e per manifestare il dissenso verso questa sentenza per la quale c’era grande attesa. Il verdetto della cassazione ha stabilito l’assoluzione per i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini.

Attenzione: alcune immagini del video che segue potrebbero urtare la vostra sensibilità. 

Il fatti risalgono al 2014, il 3 marzo, quando il 40enne Riccardo Magherini, ex calciatore, viene fermato a San Frediano, un quartiere di Firenze, da tre carabinieri. Magherini è in preda agli effetti della cocaina, in forte stato di agitazione, gli uomini dell’Arma lo immobilizzano, lo ammanettano ma lo tengono in posizione prona, alcuni testimoni, parlano di calci, poi confermati dall’autopsia. Altri testimoni girano dei video dalle finestre di casa, come quello pubblicato in questo articolo nel quale si sentono distintamente le invocazioni di aiuto dell’ex calciatore, grida con cui l’uomo avverte di stare male, tuttavia i tre carabinieri non gli consentono di mettersi in posizione eretta e nemmeno quando Magherini si calma e cessano le invocazioni di aiuto uno dei tre carabinieri che stava seduto sopra la schiena della vittima, si alza. I soccorritori potranno intervenire solo quando ormai il suo cuore smette di battere.

I tre carabinieri, Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta erano stati condannati rispettivamente a 8 mesi il primo e a 7 mesi gli altri due, sia dal tribunale che dalla Corte d’appello di Firenze, proprio sulla base dei video. La stessa pg della Cassazione, Felicetta Marinelli, aveva affermato: «Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta, avrebbero permesso i soccorsi, e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata». Due giorni fa la sentenza definitiva: annullamento senza rinvio della sentenza d’appello perché “il fatto non costituisce reato”. L’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Magherini, ha dichiarato che adesso si attendono le motivazioni della sentenza, e che sicuramente ricorrerà alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ha invitato tutti a non girarsi dall’altra parte, perché questa sentenza anche politica, talmente imprevedibile che ha stupito gli stessi difensori degli imputati, potrebbe costituire un pericoloso precedente in quanto di fatto non contesta i fatti, ma solleva gli imputati da qualsiasi responsabilità, e ha invitato tutti a portare avanti una battaglia del dissenso corretta e rispettosa, ma ferma.

All’appello hanno risposto anche Alghero e Cagliari. ResPublica, la rete di associazioni e collettivi di Alghero, organizza un presidio solidale per Riccardo Mogherini e contro gli abusi in divisa. Verranno proiettati i filmati sul caso giudiziario e verrà raccontata la sua storia. Si rifletterà anche sulle conseguenze di questa sentenza, non solo per il caso Magherini e per la sua famiglia, a cui va tutta la solidarietà, ma per il precedente che si costituisce e che mette in discussione la tutela di ogni cittadino davanti all’autorità. L’appuntamento è domenica 18 alle 18 presso l’ex caserma dei Carabinieri di Alghero, Piazza Pino Piras. Ancora da definire invece luogo e orario delle iniziative di Cagliari organizzate da Su Tzirculu-Arrexini.

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