Domani l’amministrazione comunale di Villamassargia celebrerà i 700 anni della chiesa della Madonna del Pilar.
Per l’occasione si esibirà il trio “Fantafolk” che chiuderà la serata di festeggiamenti. Il resto del programma per fare una sorpresa alla cittadinanza non è stato ancora svelato. San Ranieri a Villamassargia offre un dato non comune nell’architettura medioevale sarda: da un’epigrafe, posta in facciata in alto a sinistra rispetto al rosone, non solo si ricava la data di edificazione, il 1318, ma si apprende anche il nome del costruttore, Arzocco de Garnas.
Della chiesa romanica resta soltanto la facciata, in pietra sedimentaria. Le forme attuali dell’edificio si devono alla ricostruzione tra il XIV e il XVI secolo. All’interno è conservata un’acquasantiera cinque/seicentesca, interessante per la presenza di pesci a rilievo sul fondo.
La chiesa ha pianta a navata unica voltata a botte, scandita da tre sottarchi. Il presbiterio, voltato a crociera, è rialzato rispetto all’aula mediante due gradini. L’arco di accesso a sesto acuto è impostato su stipiti modanati, con capitelli il cui decoro ripete motivi ornamentali largamente diffusi nel gotico-catalano. Lungo le pareti laterali delle campate, in semplici rientranze della muratura, sono ricavate delle cappelle, alcune delle quali munite di nicchie.
La facciata è divisa in tre specchi. Quello centrale ospita il portale, con stipiti intessuti nella muratura e capitelli con decoro a foglia. Sull’architrave monolitico, di recente inserimento, insistono una lastra modanata e l’arco di scarico semicircolare, ribattuto da un sopracciglio decorato a foglie (analoghe a quelle dei capitelli di stipite ma dal rilievo più accentuato) e impostato su due mensole scolpite rispettivamente con una testa umana e una animale.
In asse col portale si trova un rosone lobato dotato di cornice con ornato a foglia. Alla sua sinistra si trova il rombo, internamente liscio, che ospita la citata epigrafe. Al di sotto del rosone una cornice orizzontale a decoro vegetale ospita, al centro, le figure di Eva e del serpente.
Lo specchio centrale è concluso da una teoria di archetti a tutto sesto su peducci dall’ornato a foglie; alla sommità è impostato un campanile a vela dotato di due luci ogivali, in asse con il portale e con il rosone.
Gli specchi laterali si concludono con archetti a sesto acuto, che seguono il profilo della copertura e poggiano su peducci decorati con motivi vegetali e teste umane.
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