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L’appello di una “nanny” sarda da Londra, Alessandro ha bisogno di un donatore: ha solo un mese di vita

Cristiana la sua mamma si rivolge anche ai sardi: «basta un prelievo o un tampone della saliva per sapere se potete aiutare Alessandro, e comunque la vostra generosità non sarebbe sprecata, magari se non potete aiutare mio figlio, potreste essere compatibili con altri pazienti, ci sono tante persone in lista d’attesa per il trapianto». Il piccolo ha una tata sarda ed era in Sardegna quando ha cominciato a presentare i primi sintomi della malattia, anche per questo l’appello è giunto fino a noi, per questa ragione dobbiamo impegnarci per dare ancora un esempio della nostra rinomata capacità di essere solidali.

Alessandro Maria è un bellissimo bambino di una anno e mezzo. È affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica, una malattia genetica rara che colpisce lo 0,002% dei bambini e non lascia speranze di vita senza trapianto di midollo osseo con un donatore compatibile in tempi rapidissimi. Nel sangue del bimbo manca la perforina, una proteina essenziale per permettere al sistema immunitario di identificare batteri e virus. Il problema è che nel sangue di Alessandro c’è un antigene che lo rende incompatibile con tutti i donatori registrati nella banca mondiale dei donatori di midollo, ma questo non significa che un donatore compatibile non esiste, anzi potrebbe essere proprio tra i nostri lettori. È sufficiente sottoporsi a un prelievo del sangue o un tampone salivare sul quale si effettua una procedura di “tipizzazione tissutale”, per stabilire l’eventuale compatibilità con Alessandro. Per farlo basta recarsi nell’ospedale più vicino o andare sul sito dell’ADMO, per le informazioni.

Il problema è che questa procedura richiede tre settimane, e Alessandro a pochissimo tempo: «adesso Alessandro sta un po’ meglio – ha concluso la mamma- perché è stato sottoposto a una terapia sperimentale, il primo in Inghilterra, che sembra stia funzionando, ma serve solo a ridurre e tenere sotto controllo i sintomi, solo un trapianto può guarirlo, abbiamo pochissimo tempo, secondo i medici a mio figlio resta poco più di un mese di vita, senza il midollo di un donatore». Per il donatore non c’è alcun rischio e per donare il midollo basta sottoporsi a un semplice prelievo, non è necessario subire alcun intervento chirurgico: un gesto semplice che richiede pochissimo impegno, ma potrebbe salvare la vita un bambino e la serenità dei suoi genitori Cristiana e Paolo.

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