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Dopo l’alluvione Alan Mimmi non molla: “Non voglio regali, restituirò l’aiuto ricevuto col frutto del mio lavoro”

Spirito libero e ribelle, Alan Mimmi emiliano ma sardo d’adozione, non si fa certo piegare dall’alluvione. Uno che lavora da quando aveva 14 anni, che ha superato la dipendenza dall’alcol con la permanenza in comunità, adesso che di anni ne ha 36, vuole portare avanti il suo progetto, e considera questa battuta d’arresto causata dall’alluvione, come una pausa inevitabile, per poi ricominciare con ancora più determinazione. L’azienda agricola di Alan si chiama “L’isola che non c’è”, e produce rigorosamente bio, ortaggi e legumi. Alan prepara le cassette miste coi suoi prodotti di stagione freschissimi, perché li consegna appena raccolti e le recapita a domicilio. « Ho fatto mille lavori, fin da ragazzino, ma non avevo mai fatto l’agricoltore- racconta Alan- poi in comunità ho cominciato a lavorare la terra e mi sono appassionato a questo lavoro e quando sono andato via dalla comunità ho deciso di continuare a coltivare la terra».

Alan coltiva un ettaro di terreno, che però non è di sua proprietà, ma conta di comprarlo e di costruirci su anche una casa in cui vivere con sua moglie Marianna e le loro due bimbe Victoria e Virna, perché ora paga l’affitto di una casa a Capoterra. «Sono passato da una zappa, una marra e 5 chili di fave a decine di clienti- afferma Alan- se ami lavorare la terra è un mestiere che ti permettere di vivere, non diventi ricco, ma ti dà da campare. Per me poi ogni giorno è una sfida personale: voglio concludere la giornata con niente di invenduto». Martedì Alan ha raccolto i suoi prodotti e preparato le cassette che mercoledì avrebbe consegnato ai suoi clienti, ma poi è arrivata la pioggia. La situazione si è complicata, le strade sono state chiuse: «quasi tutti i miei clienti abituali sono nella zona di Cagliari, ma io non potevo raggiungerli- prosegue l’agricoltore- così tramite i social ho proposto la vendita delle cassette nella zona di Uta e Capoterra, le uniche che potessi raggiungere. Ho venduto praticamente tutto, e per me è stato un grande risultato soprattutto emotivamente, ho sentito la vicinanza delle persone».

Purtroppo però mercoledì la pioggia non si è fermata e giovedì Alan ha dovuto fare la conta dei danni: «i campi erano tutti allagati, in alcune parti dell’azienda non sono neanche riuscito ad arrivare- ricorda Alan- si affondava fino al ginocchio. Finocchi, sedano, cavolfiore, gli ultimi peperoni sono persi, ma quello che più mi preoccupa sono i legumi, soprattutto le fave, lavoro tanto coi legumi, le fave rappresentano quasi la metà di tutti i miei guadagni. È presto per dire se ho perso anche quello, spero proprio di no. Ho perso anche molti animali, una quarantina di galline». L’Isola che non c’è domenica compie un anno, è un azienda ben avviata, tanto che Alan aveva cominciato anche a investire nell’acquisto dei materiali per costruirsi la casa, tra i tanti lavori che ha svolto c’è quello di artigiano edile e piano piano la tirerà su con le sue mani. Ma adesso, non appena la terra avrà riassorbito tutta quell’acqua, bisognerà rimboccarsi le maniche e ricominciare.

L’azienda avrà bisogno di circa due mesi per tornare a essere produttiva e fino a quel momento Alan si troverà in difficoltà. Per questo alcune persone hanno pensato di aiutarlo con una raccolta fondi ma lui ci tiene a precisare: «non è una raccolta fondi, ma una vendita anticipata- chiarisce Alan- restituirò a tutti quelli che mi aiuteranno quanto mi è stato dato, preparerò le cassette e le consegnerò non appena la terra ricomincerà a dare i suoi frutti». Alan è deciso a restituire quanto riceverà raggiungendo uno per uno i suoi sostenitori: «se i sardi sono testardi io lo sono ancora di più- conclude Alan- e se le persone non vogliono i miei prodotti in cambio i-del loro contributo, insisterò finché non li accetteranno». Se vogliamo prenotare le ormai famose cassette, quando saranno di nuovo disponibili possiamo connetterci alla pagina: www.facebook.com/isola.uta/

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