Ha smesso di piovere a Cagliari e nelle zone colpite dall’alluvione ed è tempo ora di contare i danni. Quelle appena passate sono state ore terribili, di preoccupazione per le sorti di un territorio martoriato dalla pioggia che si è abbattuta senza interruzione per diverse ore.

E se il record di pioggia caduta lo ha “conquistato” Capoterra con oltre 350 mm di acqua caduta in 24 ore, le altre zone del Campidano e del Sarrabus non sono state da meno.

A Cagliari, questa mattina la pioggia ha inondato strade e piazze causando rallentamenti al traffico. Viale Sant’Avendrace, via Cadello, la stessa rotonda di via Cadello e via Jenner erano impraticabili a causa dei centimetri di acqua che scorreva. Per la pioggia è stato chiuso anche l’Asse mediano. Disagi anche nella Ss 554 nei pressi di Selargius e dello svincolo per Dolianova, così come in viale Elmas dove il sottopasso nei pressi della “Metro” è ancora chiuso, causando deviazioni degli autobus; in viale Marconi, la strada si è allagata per un tratto ed è stata chiusa; acqua alta anche nel quartiere di San Michele, in via Abruzzi dove le auto sono rimaste sommerse.

via Abruzzi foto di Mauro Pili

Piazza Italia a Pirri è diventata una grande piscina così come il Parco della Vetreria, chiuso come tutti i parchi cittadini per l’allerta meteo, si è allagato.

Strade allagate anche a Selargius e Monserrato e a Sestu, dove è crollato il muro in cemento armato di un agglomerato commerciale tra i negozi Bricoworld e CFadda. Ed è sempre nella zona di Sestu, nei pressi del Riu Sa Murta, in località Sa tria nella strada di collegamento con Assemini, altro comune invaso dall’acqua, che si è consumata la tragedia con la morta di una donna di Assemini, rimasta intrappolata nell’acqua fangosa e trascinata via dalla corrente. 

foto di Mauro Pili

strada allagata a Selargius

Nel Sarrabus, le campagna si sono trasformate in enormi stagni pieni di fango e acqua e diverse strade sono crollate o hanno subito danni ingenti. A San Vito e Castiadas sono state tratte in salvo 8  persone, mentre non si hanno ancora notizie del pastore disperso nelle campagne di Muravera. Crolli anche sulla nuova Orientale sarda nella galleria all’altezza di Muravera dove la terra è franata ed il tratto di strada statale fra il bivio di San Priamo e  quello di Muravera è stato chiuso. Gli operai dell’Anas stanno lavorando per liberare la strada da circa 1500 i metri cubi di detriti che hanno occupato la carreggiata davanti a una galleria. La strada potrebbe nuovamente essere percorribile entro la mattina di domani.

una strada nell’abitato della località balneare di Costa Rei

foto Ansa

In Ogliastra ci sono stati danni a Tertenia, dove ieri è crollato il muro di un impianto sportivo, a Porto Frailis e nelle strade fra Loceri e Cea.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.