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Il servizio “Colloqui Facili” per ora non si paga, ma fino a quando?

Dopo che la stampa ha fatto emergere il caso “Colloqui Facili” , l’’Associazione Culturale freeCagliari senza fini di lucro, che dall’autunno del 2017, realizza e promuove il Servizio “Colloqui Facili” ha inviato agli organi di stampa una nota con la quale fornisce la propria versione dei fatti. Nella nota si esclude, cosa peraltro mai affermata da Vistanet, che sia stata impedita “la partecipazione ai genitori eventualmente in difetto con le quote di iscrizione e/o di contributo volontario eventualmente richieste (sempre facoltative)” e si afferma che “l’accesso alla prenotazione dei colloqui è stato garantito sempre a tutti i genitori”. In realtà l’accento veniva posto, da parte della stampa, sull’opportunità o meno che le scuole chiedessero ai genitori un contributo “volontario” per usufruire di questo servizio.

Il comunicato di freeCagliari, esclude che al momento vi siano scuole che pagano questo servizio che sembrerebbe utilizzato in via sperimentale e gratuita. Lo stesso dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Su Planu, Francesco De Pau, che ha proposto il pagamento di 3 euro per questo servizio, spiega che per il momento è stato sperimentato, con successo, a titolo gratuito, ma che per continuare a usufruirne sarà necessario pagarlo. Ancora, non conoscendo l’esatto importo non è dato sapere se la scuola sarà in grado di sostenere la spesa o se bisognerà chiedere un contributo alle famiglie e spetterà al Consiglio di Istituto decidere se chiedere o meno i soldi alle famiglie. “ Le rilevazioni effettuate al termine dei colloqui” prosegue il comunicato “con semplici incontri verbali o con riprese video, hanno evidenziato una durata media di colloquio docente/genitore tra gli 8 e i 10 minuti (comprensivi di tempi di attesa e di spostamento tra un’aula e l’altra). In alcuni casi, diversi genitori hanno concluso l’intera sessione di colloqui incontrando tutti i docenti (nove) in meno di un’ora”.

In realtà però non tutti i professori hanno una sola classe, molti docenti hanno anche tre classi o più, diventa difficile credere che un docente, calcolando una media di 20 studenti a classe, possa dedicare a ciascuno anche solo 5 minuti, gli occorrerebbero 5 ore. Alcuni genitori che hanno già sperimentato questo sistema gratuitamente spiegano che appunto, nel caso dei docenti che hanno molte classi, pur prenotando con la app non si fa in tempo a incontrarli. E comunque il genitore che non volesse servirsi della app, qualora diventasse a pagamento, di fatto avrà accesso ai colloqui, ma dopo tutti quelli che hanno pagato, anche se si presentasse per primo a scuola. Nonostante la nota di chiarimenti, le perplessità quindi rimangono tutte, relativamente al fatto che questo servizio debba essere pagato, se anche la spesa non viene sostenuta direttamente dalle famiglie, in futuro le scuole che vorranno avvalersi di questa app, dovranno pagare e lo faranno coi fondi pubblici di cui dispongono sottraendoli evidentemente ad altre iniziative o all’acquisto di beni di consumo. Considerato che alle famiglie vengono chiesti sempre più contributi, come per esempio l’acquisto dei libretti per le assenze, o il registro elettronico, dove sta la differenza?

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