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Piazza Giovanni. Scuola, pochi affari per i libri usati: tutta colpa delle nuove edizioni

Non hanno un filo di barba e nessuna esperienza lavorativa pregressa, ma per loro settembre può essere il periodo migliore per fare affari. Sono gli studenti delle scuole superiori del Cagliaritano che tutti i pomeriggi affollano la piazza Giovanni XXIII per vendere i libri usati dell’anno scolastico appena superato. Obiettivo, racimolare qualche soldino da investire immediatamente nell’acquisto di testi per il nuovo anno. E il guadagno, ovviamente, c’è anche per chi acquista, dal momento in cui i genitori risparmiano fino alla metà del prezzo di copertina. Quest’anno però gli affari volano molto basso. La crisi c’entra ben poco, mamma e papà sono sempre disposti ad allentare i cordoni della borsa per comprare ai propri pargoli il libro di latino o di chimica, ma a stroncare il “business” fra scolari e genitori sono i codici dei testi scolastici e le edizioni che ogni anno cambiano, costringendo a buttare via il libro un anno dopo il suo acquisto. «Ciò che cambia è il codice di testo che si trova dietro il  libro. E basta» spiega una delle tante ragazze presenti nella piazza «le edizioni cambiano di anno in anno e i prof “costringono” la gente a comprare il testo dell’anno in corso» . Madri e padri di famiglia dunque che si aggirano, lista alla mano, fra i tappeti di libri, cercando la corrispondenza di questo o quel numero, o l’anno esatto di stampo. In caso contrario, il libro è perfettamente inutile, anche se la matematica, la chimica o il latino non possono essere cambiati a distanza di 365 giorni: «Spesso il codice ti frega»  spiega uno studente liceale «ma il contenuto è identico. Al massimo cambia l’impaginazione, magari l’esercizio che nel testo dell’anno scorso era a pagina 15, in quello di quest’anno lo trovi a pagina 22, ma è tutto uguale».

Il mercatino dei libri in piazza Giovanni a Cagliari

Tra le panchine adibite alla bell’e meglio a stand, studenti e studentesse giovanissimi, ma anche qualcuno un po’attempato che ha svuotato il magazzino dei parenti nella speranza, forse vana, di fare un po’ di cassa grazie a Cicerone o alle tavole periodiche. Tra questi, Daniele, che vende i testi scolastici usati per poi comprare quelli nuovi per le figlie liceali, ma le vendite volano molto basso: «È tutto fatto a posta per costringerci a fare ingrassare librerie, secondo me – spiega –  addirittura nel liceo di mia figlia due sezioni adottano uno stesso testo, sì, ma una lo vuole con un codice, l’altra invece con un altro. In questo modo è impossibile un interscambio».

Tuttavia, qualcuno degli imberbi venditori sorride: «Stasera sono riuscito a vendere tre libri» come mai? « per coincidenza il codice fra un testo e l’altro non è cambiato, quindi tutto a posto. A volte però anche alcuni prof accettano le edizioni vecchie, forse perché si rendono conto che i libri nuovi costano e non cambia niente fra un’edizione nuove costano tanto». Ci si affida alla fortuna, allora, oppure al buon cuore del docente. Ma quando questi vengono meno, gli affari saltano. Gli studenti non riescono a smaltire le eccedenze dell’anno passato e genitori affranti virano all’acquisto di prima mano, nella libreria più vicina oppure online. Certo, con un clic il Rocci o il manuale di trigonometria arrivano direttamente casa, ma il portafoglio rischia svuotarsi in breve tempo: «Mio figlio inizia quest’anno fisica, ma non troviamo il testo che ci serve, usato» commenta una signora «E allora che si fa? Ci dobbiamo impiccare».

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